Geometria nell'arte slovena - Piccole geometrie
Geometrija v slovenski umetnosti - Male geometrije

Presentazione di Denis Volk (traduzione Katja Voncina)

* Presentazione per la mostra "Piccole geometrie / Male geometrije" alla DoubleRoom arti visive (Trieste, 18 maggio - 23 giugno 2023)

Le opere artistiche di carattere geometrico sono presenti in tutte le ere della storia dell'arte. Per molto tempo, queste opere sono state frutto del lavoro di artigiani, essendo quello dell'artista un mestiere sconosciuto, ma oggi vengono comunque riconosciute come opere d'arte. La transizione da artigianato ad arte geometrica ha ancora i contorni sfocati. Nell'arte contemporanea, le opere geometriche nascono in maniera razionale, ponderata e pianificata, quasi calcolata e programmata secondo un piano accuratamente stilato in anticipo senza il coinvolgimento dei sentimenti.

L'artista ha il controllo totale sul processo di creazione dell'opera e anche sulle proprie sensazioni escluse da questo processo. L'unico "aspetto emotivo" è il colore. Spesso si ha l'impressione che queste opere possano essere trasposte, o trasformate, in equazioni e funzioni matematiche, negli ultimi anni anche in programmi informatici, e tramite essi descritte. Ma anche una tale descrizione è razionale e non emotiva. Alcuni artisti (soprattutto nei dipinti) vogliono creare effetti illusionistici, ottici e cinetici: oggetti, forme, strati o spazi apparenti, la sensazione che alcune parti del dipinto sprofondino o emergano, movimenti, vibrazioni o onde apparenti, persino la comparsa di un colore o la sensazione che il dipinto fluttui.

Alcuni artisti, nel pianificare le proprie opere, utilizzano ausili e strumenti provenienti da geometria e matematica, come ad esempio il sistema di coordinate che funge da scheletro o griglia sulla quale l'artista crea e dispone parti dell'immagine su un piano o uno spazio, e diverse funzioni matematiche che, determinando le variabili sul sistema di coordinate, creano punti, linee, curve e superfici, ognuna con le proprie caratteristiche: dimensioni, forma e posizione nello spazio. Questi elementi geometrici nell'arte diventano elementi figurativi utilizzati dall'artista per le sue raffigurazioni. Sono parti integranti di forme, figure, solidi che - a seconda della proiezione - vengono collocati in una superficie o in uno spazio e raffigurati bidimensionalmente sulla superficie del supporto o tridimensionalmente nello spazio stesso. Per tutti questi elementi geometrici vengono anche definiti o determinati dei colori che influiscono sullo stato emotivo.

L'invenzione del computer, in grado di applicare le stesse leggi matematiche ed effettuare calcoli in base ad esse molto più velocemente rispetto al cervello umano, ha reso possibile in breve tempo la creazione di innumerevoli varianti e combinazioni. Ma il computer è comandato dall'uomo, che lo programma rendendolo in grado di utilizzare determinate funzioni, calcolare variabili, colorare punti, linee e superfici, e tramite il linguaggio di programmazione può determinare i cambiamenti di colore in base al tempo, alla posizione e/o alla direzione degli stessi. Il computer, all'interno dei limiti prestabiliti, è in grado di creare da solo le immagini, in modo più o meno casuale.

Le opere d'arte che possono essere classificate come geometriche, o di astrazione geometrica, sono realizzate sia nelle tecniche tradizionali che con l'ausilio di computer e tecnologie moderne. Le tecniche utilizzate sono diverse: possono essere disegni, dipinti, stampe, rilievi, oggetti, fotografie, installazioni spaziali e, con l'avvento del computer e di altri dispositivi tecnologici, grafiche computerizzate, animazioni al computer, video, film, installazioni varie, ologrammi o combinazioni di quanto appena elencato. Per il proprio lavoro, gli artisti prendono esempio da epoche e correnti artistiche del passato, o da quelle più recenti, del XX secolo, ad esempio dal suprematismo, neoplasticismo, minimalismo, dalla op art e dall'arte cinetica nonché dalle varie iterazioni degli -ismi di cui sopra. Alcuni artisti sono stati attratti dal computer, dalla ricerca dei limiti delle sue capacità e del mondo virtuale.

In area slovena sono ben rappresentate quasi tutte queste correnti. L'anno scorso abbiamo avuto l'opportunità di visitare la mostra Geometrija v umetnosti z »zahoda« / La geometria nell'arte "d'occidente" allestita al Kulturni center Lojze Bratuž di Gorizia, con opere di arte geometrica realizzate da artisti provenienti dall'area slovenofona, inclusi i territori oltreconfine in Italia e in Istria croata. Quest'anno, nella galleria Zuccato a Parenzo è stata allestita la mostra Geomerija u slovenskoj umjetnosti / Geometrija v slovenski umetnosti (La geometria nell'arte slovena) a cui hanno partecipato, con opere di astrazione geometrica prevalentemente di grande formato, 25 artisti sloveni, provenienti anche dalle zone di confine dell'Ungheria oltre che da quelle di Italia e Croazia. La presente mostra, Male geometrije / Piccole geometrie, allestita a Trieste (spazio espositivo DoubleRoom arti visive) rappresenta una sorta di integrazione delle due precedenti, con un accento particolare sulle opere di formato minore, ai video e alle animazioni nell'ambito dell'astrazione geometrica.

L'astrazione geometrica slovena basata sui principi costruttivisti del Bauhaus fece la sua prima apparizione nel 1924 con la prima (e la seconda) mostra costruttivista di Avgust Cernigoj a Lubiana, che non fu però ben accolta. Cernigoj si trasferì poi a Trieste, dove nel 1925 fondò (con Emilio Mario Dolfi e Giorgio Carmelich) una scuola d'arte privata. In seno alla scuola si formò, intorno al 1926, il "Gruppo costruttivista di Trieste", composto da artisti delle avanguardie, che si presentò per la prima volta al pubblico in occasione della mostra collettiva degli artisti triestini nell'autunno del 1927 presso il Giardino pubblico di Trieste, con la c.d. "camera costruttivista".

Oltre a Cernigoj, si distinse in particolar modo Eduard Stepancic con le sue raffinate opere geometriche. Dopo essersi formato in varie città italiane e europee, prima della Seconda guerra mondiale Stepancic si stabilì a Belgrado, dove a partire dagli anni 1960-70 (in seguito a una pausa) realizzò un opus costruttivista eccezionale. Era sempre stato aperto alle novità, ma solo nel 1983 approfondì il proprio interesse per le tecniche video, realizzando una videoanimazione di alcune decine di suoi disegni programmati, con cui aggiunse al proprio disegno costruttivista anche una dimensione temporale.

Edvard Zajec, allievo di Cernigoj, ha ideato le sue prime opere geometriche basandosi sul principio del minimalismo. Mentre si trovava in America, già nel 1968 iniziò ad interessarsi allo studio dell'uso del computer in campo artistico, da cui scaturirono le sue opere di arte computerizzata pionieristiche a livello mondiale. Durante la sua permanenza a Trieste negli anni Settanta e Ottanta collaborò con il programmatore Matjaž Hmeljak. Successivamente, Zajec esplorò l'arte computerizzata in relazione alle trasformazioni di forma e colore nel tempo. In principio aggiungeva al "brano/composizione cromatica" un sottofondo musicale. Successivamente utilizzò i principi della composizione musicale - in base alla propria teoria della strutturazione temporale dei colori - nella realizzazione di "composizioni cromatiche".

Per qualche tempo sviluppò composizioni indipendenti di colori e immagini nel tempo (indipendentemente dalla musica e dai suoi principi). L'apice della sua attività di ricerca lo raggiunse sviluppando un modulatore di spettro con cui è possibile modulare, attraverso un programma informatico, la musica in luce all'interno di uno spazio. In tal modo si riesce ad unire spazio, tempo, e la luce in forma dei cinque colori dello spettro che si materializzano sulle superfici cromatiche, modulati dalla musica. La sua intenzione era quella di far comprendere il colore in modo emozionale.

La collaborazione con Zajec influenzò fortemente Matjaž Hmeljak, che iniziò da solo a realizzare programmi e sistemi informatici a fini artistici. Un programma informatico computa e applica equazioni e funzioni matematiche e comandi, formando così figure geometriche, mentre l'artista programmatore ne influenza il processo creativo, definendole e determinandone forme e colori, modificando ovvero impostando i valori delle variabili e delle funzioni del programma attuato dal computer. Una delle componenti principali che caratterizzano la ricerca visuale di Hmeljak sono le forme astratte "quasi 3D" che possono essere create soltanto con l'ausilio di formule geometriche.

Sandi Renko negli anni Sessanta incontra a Padova gli ex membri del "Gruppo N" e impara a conoscere l'arte ottica e cinetica. Ben presto si dedica alla ricerca e alla raffigurazione di nastri (composti da quadrati) che intrecciandosi creano dei cubi, parziali o completi. Il supporto ondulato gli consente di realizzare tre immagini sullo stesso dipinto, che sono visibili ciascuna da una direzione diversa. Quando lo spettatore si muove, le immagini si sovrappongono e vengono a crearsi delle transizioni che danno vita a loro volta a effetti ottici e cinetici. Più tardi introdusse nella propria arte il concetto dell'errore controllato nel disegno delle linee (che oltrepassano, in modo controllato, i "limiti"), che dà come risultato delle forme dai bordi sfocati.

Il costruttivismo fu un punto di partenza anche per l'arte di Drago Hrvacki, che fu uno dei maggiori esponenti del neocostruttivismo. Nelle sue opere esplorò la modularità, le superfici e le loro interrelazioni, la composizione e soprattutto gli effetti cromatici, utilizzando pannelli in tinte pure di varie dimensioni in forme geometriche, spesso rettangolari, che accostò in contrasti cromatici, enfatizzando così la componente visiva e gli effetti ottici.

Alla ricerca delle forme di base e di altri elementi geometrici, allo studio dei rapporti tra loro e dei reciproci effetti si dedica, fin dai principi della sua carriera, anche Franc Vecchiet. Il suo primo incontro con la geometria nell'arte avviene già al liceo, con la scoperta del legame che i filosofi greci avevano con geometria, matematica e logica. Anche nel Rinascimento e nell'invenzione della stampa riconosceva l'approccio razionale e l'utilizzo della "composizione geometrica". Questo approccio "classico" e in parte anche gli influssi dei movimenti d'avanguardia sono costantemente presenti nella sua creazione artistica e nella sua concezione dell'arte, tuttavia, in determinati periodi e cicli artistici è la geometria a passare decisamente in primo piano.

Anche Aleksander Drakulic ha sviluppato il proprio lavoro a partire dal suo interesse per i matematici, i filosofi, la geometria e la scienza dell'antica Grecia. Attingendo alla sua esperienza nel graphic design, in una struttura a griglia inserisce, con grande precisione e ponderazione, quadrati, triangoli o altre forme geometriche ridotte, e con la ripetizione di queste assieme al gioco delle superfici bianche e nere, crea tra queste forme una relazione spaziale dalle dinamiche spaziali. Il risultato è un'illusione ottica, tuttavia spesso nella percezione sono presenti anche effetti cinetici, che l'osservatore avverte come vibrazioni della struttura statica raffigurata.

La conoscenza della matematica ha contribuito, nel caso di Milan Golob, alla decisione di impostare i propri lavori su una base e una struttura geometriche: su una tela rettangolare o quadrata l'artista raffigura quattro cerchi, disposti in posizioni diverse. Nei suoi dipinti egli esplora il campo pittorico, la composizione, le combinazioni di colori, i contrasti, le strutture, gli effetti ottici... I cerchi non sono sempre uguali, a volte sono addirittura raddoppiati, come se avessero un'ombra. Nelle sue composizioni include anche altri elementi geometrici, come linee, griglie o altre forme.

L'opera artistica di Josip Gorinšek è stata influenzata dal neoplasticismo, in parte dal cubismo, ma anche dalla sua professione di designer. Dapprima ha combinato l'arte figurale astratta con figure geometriche, per poi sviluppare un proprio stile geometrico astratto. Su una griglia di costruzione realizza forme quadrate, rettangolari, semicircolari e altre. Le opere di piccolo formato evocano nello spettatore un senso di intimità, mentre quelle di formato più grande lo incoraggiano a muoversi; da vicino vede i dettagli, mentre a distanza vede le forme, il volume, lo spazio, la natura multistrato dell'immagine e la luce.

Anche Irena Romih ha esperienze nel campo del design industriale e la sua pittura è spesso basata sull'illusionismo. Si è infatti dedicata all'esplorazione dell'illusione spaziale, dell'immagine all'interno dello spazio e della sua interazione con esso, in particolare con la parete, nonché dell'effetto dell'insieme sullo spettatore. Il supporto del dipinto, il materiale di cui è fatto, è parte di esso, spesso visibile e come tale interagisce con la parete su cui è appeso. La sagomatura del supporto in una forma geometrica, la divisione della superficie in più facce, la colorazione di queste facce in modo tale che lo spettatore possa percepire ciascuna di esse - come nel cubo di Necker - come vicina alla superficie o distante in profondità, contribuiscono all'illusione che l'artista cerca di creare con le sue opere geometriche.

L'esperienza di Nejc Slapar nel campo della grafica e la sua esplorazione della op art hanno dato vita al suo stile personale. In particolare, ha lavorato molto con combinazioni di bianco e nero. Disegnando meticolosamente linee e curve bianche e nere quasi parallele, ha esplorato effetti ottici che fanno percepire allo spettatore, tra le linee, colori o movimenti apparenti. In seguito, si è dedicato ad unire forme e figure geometriche di base in composizioni in cui tinge le superfici di nero, bianco o di un altro colore uniforme, dando armonia a forme e colori. Con la prospettiva, invece, intende creare l'illusione degli spazi.

Ispirata dalla propria conoscenza del design e dei tessuti e da uno stile minimalista, Cvetka Hojnik realizza i suoi dipinti utilizzando elementi geometrici in modo razionale e pianificato, servendosi il più delle volte di combinazioni di quadrati e cerchi. Realizza collage su tela con diversi materiali, soprattutto brandelli di tessuti dalle granulazioni e strutture specifiche. In questo modo, espande la superficie pittorica nello spazio creando dei rilievi. Tuttavia, dipinge anche la superficie, utilizzando soprattutto il nero. Grazie alle diverse granulazioni, il supporto prende vita in diverse "sfumature" di nero, integrate da elementi rossi o grigi.

Lo scultore Roman Makše si ispira al minimalismo. Gli oggetti da lui realizzati e le sue installazioni spaziali si compongono di vari elementi ready made dalle forme geometriche nette, che si equivalgono nella struttura creata e funzionano come tali. Lo spettatore, muovendosi davanti all'oggetto o attraverso l'installazione spaziale, diventa parte dell'installazione stessa. Spostandosi, osserva le strutture da diverse angolazioni e si costruisce un'immagine propria. Così facendo, osserva le proprietà tattili e visive dei materiali. Tutto ciò innesca in lui diverse associazioni.

Lo scultore Janez Lenassi si distingue un po' per quanto riguarda gli spunti alla base delle sue opere. Traeva ispirazione dalla natura, ma ben presto passò alle forme astratte che erano in grado di accentuare al meglio le facoltà espressive dei materiali. Con forme geometriche raffinate intendeva valorizzare ancora di più la pietra, che lui apprezzava molto, e le sue caratteristiche. Nelle superfici delle forme geometriche spesso scolpiva semplici elementi circolari o linee dritte che a volte deviava e incrociava ottenendo così piccole figure angolate.

Un artista importante che rientra assolutamente tra i rappresentanti di spicco dell'arte geometrica del nostro territorio, avendole dedicato quasi l'intero opus, è anche Danilo Jejcic. Dopo il 1970, esplorò, in base ai principi (neo)costruttivisti, i solidi circolari - la sfera e il cilindro - nei suoi "componibili" (oggetti compositi) e nelle sue "sculto-pitture", prima in legno e poi in plastica. Influenzato dall'op art e dall'arte cinetica allora in voga, decise di creare motivi geometrici in serigrafia, in cui, oltre alla geometria, viene data grande enfasi all'illusione di figura, oggetto e spazio. Nelle sue opere grafiche ha sviluppato l'illusionismo fino alla perfezione.

Dušan Fišer ha trovato ispirazione per l'uso della geometria nella pittura illusionista e nell'op art. È interessato alla costruzione dello spazio, che realizza utilizzando una struttura a griglia, in cui si intrecciano i colori, e bordi che virano gradualmente, ad esempio dal chiaro allo scuro. Tutto ciò crea l'illusione dello spazio grazie alla superficie che sprofonda o emerge verso lo spettatore. Inoltre, egli raffigura forme che vengono percepite come oggetti sporgenti o fluttuanti, oppure utilizza la prospettiva in combinazione con figure e strutture geometriche per ottenere un'illusione di profondità.

Anche Oto Rimele ha un approccio leggermente diverso per quanto concerne l'uso della geometria nella sua arte. Come è tipico dell'astrazione geometrica, progetta le sue opere minimaliste in modo razionale e pianificato. La base del dipinto, che è quasi un oggetto, è di forma geometrica. I bordi/le superfici laterali, che l'artista colora di rosso, sono sagomati con cura e intagliati con un'angolazione ben precisa. Il colore si vede solo indirettamente, come riflesso sulla superficie della parete (bianca) dietro il dipinto, creando così un effetto di illusione ottica di luce/ombra riflessa. Lo spettatore ha la sensazione che il quadro fluttui sulla parete.

Jaka Bonca proviene dall'ambito dell'architettura e della costruzione di elementi tipografici. Trasforma la tipografia in immagini visive con forme, colori, contrasti e sequenze. Per prima cosa crea un carattere tipografico e assegna forma e colore ai tasti della tastiera. Poi, utilizzando appositi programmi informatici, traduce il testo o i numeri in un'immagine geometrica.

Anche gli artisti più giovani prendono esempio dalle generazioni precedenti e provano a mettere in luce la propria visione contemporanea di questa modalità artistica, anche in relazione alla vita moderna e alle nuove tecnologie. Sebastijan Vojvoda con l'utilizzo di elementi geometrici esplora le influenze del costruttivismo nella pittura. Le figure e le forme fondamentali tratti dall'avanguardia russa (il quadrato e la croce di Malevic) rappresentano per lui soltanto le coordinate dello spazio virtuale generato artificialmente delle console a 8 bit Nintendo e Gameboy con cui giocava da piccolo. La schermata così ideata, composta da pixel, si trasforma poi in un classico dipinto. Su uno schema modulare a griglia di base quadrata dipinge disegni geometrici che sono anche il riflesso dei rapporti sociali, solitamente legati a un avvenimento in particolare o a qualche altro tema d'attualità (ad esempio planimetrie, elementi tratti dai videogiochi, simboli originali o modificati di organizzazioni, nazioni ed ideologie conosciute). Assemblando le sue immagini in varie combinazioni, in base alla superficie ma anche relativamente allo spazio espositivo, trasforma i propri quadri in una sorta di moderni puzzle modulari.

Caratteristico per l'arte di Beti Bricelj è un approccio costruttivista. Le sue opere sono strutturate in modo geometrico, ponderate e pianificate. Sperimentazioni improvvisate si osservano solo negli schizzi, dove l'artista gioca con possibilità ed effetti. Fin dagli esordi, la base del suo lavoro è costituita da una struttura a griglia su cui l'artista dispone elementi geometrici in varie relazioni tra loro alla ricerca di effetti illusionistici e di stratificazione, che l'occhio vede come il passaggio degli elementi attraverso gli strati pittorici, in profondità o verso la superficie. Tutto ciò contribuisce all'illusione dello spazio, di una forma o di un oggetto (ad esempio, il cubo in alcune opere) che il più delle volte non può esistere proprio perché effetto di un'illusione. In questo modo, l'artista pone allo spettatore degli enigmi mentali, legati all'esperienza di oggetti e spazi irreali.

Il minimalismo è il punto di riferimento creativo di Katja Pál. L'artista è particolarmente interessata al rapporto tra l'opera d'arte e lo spettatore, a cui si rivolge e che vuole coinvolgere con l'illusione creata nel dipinto. Nella sua ricerca, l'artista ha utilizzato per i suoi dipinti dapprima basi quadrate, poi poligonali e, più recentemente, forme completamente irregolari, su cui il più delle volte sono raffigurate superfici regolari monocromatiche, divise da linee in modo da evocare nello spettatore un'illusione di profondità.

Anche Duša Jesih si ispira al minimalismo, utilizzando nella propria espressione artistica solo pochi mezzi. Seguendo il principio del "less is more", utilizza forma, colore e composizione per esplorare i rapporti di tensione tra i colori e gli "effetti ottici della crescita e decrescita della forma". Con uno stile geometrico ponderato, crea caratteri semantici geometrici e simboli che esprimono critica sociale.

Espressionismo astratto, astrazione geometrica e minimalismo sono solo alcuni dei movimenti della tradizione pittorica dell'astrattismo che caratterizzano le opere di Borut Popenko. Nei suoi dipinti, l'artista affronta una prospettiva illusoria, creando l'illusione dello spazio. Trasforma un modello spaziale cartaceo in un'immagine utilizzando superfici monocromatiche di varie forme geometriche, che sulla tela funzionano in modo armonico e vanno a creare qualcosa di familiare per lo spettatore, come ad esempio una superficie piegata, una finestra, una porta... L'illusione dello spazio è enfatizzata dalla forma irregolare della base pittorica, che si adatta alle superfici che l'artista andrà a dipingere. La sua espressione artistica, caratteristicamente raffinata e distintiva, mette in discussione il rapporto tra l'oggetto pittorico e l'immagine pittorica.

Katja Sorta torna alle origini dell'arte geometrica, a Malevic. La sua intenzione è quella di avvicinarsi all'astrazione "totale". Rimane fedele ai colori uniformi e alla linea da cui sviluppa una superficie. Nelle sue opere, le linee e/o superfici diverse sono disposte in parallelo, o trasversalmente e perpendicolarmente tra loro: si creano così una relazione spaziale e uno spazio illusorio tra figure geometriche di base e forme semplici. Le sue linee, le sue superfici e le sue figure geometriche danno spesso l'impressione di espandersi e di proseguire oltre i bordi, in uno spazio immaginario al di là della superficie pittorica su cui sono raffigurate.

Come era accaduto in precedenza, anche nel secolo scorso l'astrazione geometrica non è mai salita alla ribalta come stile artistico di punta, ma è stata una presenza costante. Singoli artisti dedicano tutta la propria opera all'uso della geometria, esplorando costantemente nuove forme ed effetti, utilizzando nuove tecnologie e materiali, continuando così a sviluppare e ad aggiornare questa corrente artistica. Per questo motivo, pur non essendo mai in primo piano, essa rimane sempre rilevante e interessante.

Le artiste e gli artisti:

Jaka Bonca (1962, Lubiana) si laurea presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Lubiana nel 1987, dove consegue anche la laurea magistrale nel 1990 e il dottorato nel 1993. Oggi è docente presso la stessa Università. Nelle sue opere, per cui ha ricevuto diversi premi nazionali e internazionali, combina tipografia, geometria, architettura e aritmetica con l'arte figurativa.

Beti Bricelj (1974, Postumia), si laurea nel 2000 presso la Scuola di disegno e pittura - Scuola superiore di specializzazione di Lubiana / Arthouse - College of Visual Arts. Terminati gli studi trascorre un anno in Australia, su invito dell'Ente governativo per gli studi sulla cultura aborigena del Department of Aboriginal Affairs, Adelaide, South Australia. Grazie alla sua arte molto caratteristica, nello stile dell'astrazione geometrica e del costruttivismo, è diventata un'artista riconosciuta a livello internazionale. Ha partecipato a numerosi simposi e mostre in patria e all'estero. Per le sue opere è stata insignita di diversi riconoscimenti e premi, soprattutto all'estero, tra i quali spicca il prestigioso premio del Museum for Geometric and MADI Art di Dallas (Texas, Usa). Vive e lavora tra Postumia e la Scozia.

Avgust Cernigoj (1898, Trieste - 1985, Sežana) è l'artista più rappresentativo delle avanguardie slovene nonché il fondatore del costruttivismo sloveno. Ha realizzato disegni, dipinti, acquerelli, collage, scenografie, plastici, illustrazioni, affrescato pareti di chiese e creato accessori decorativi per l'arredo nautico. Nel suo lavoro ha sempre cercato nuove modalità espressive. Nel campo della grafica si è dedicato soprattutto alle acqueforti e alle incisioni. Nel 1976 è stato insignito del premio Prešeren alla carriera. È stato un maestro per numerose generazioni di artisti, su molti dei quali ha avuto una forte influenza, trasmettendo loro le proprie conoscenze e spingendoli ad essere aperti a nuove possibilità e sperimentazioni.

Aleksander Drakulic (1963, Celje) ha studiato design tessile e dell'abbigliamento all'Università di Lubiana. Dopo gli studi, per oltre 20 anni ha svolto l'attività di graphic designer e art director. Dal 2010 al 2015 ha lavorato nel campo delle apparecchiature per il collaudo e la misurazione, della simulazione ambientale, dei test elettrodinamici, delle frequenze temporali e degli orologi atomici, il che ha influenzato in modo decisivo la sua espressione artistica. Dal 2017, quando è stato invitato ad esporre al salone Réalités Nouvelles a Parigi, ha partecipato a circa 30 mostre in tutto il mondo insieme con rinomati artisti internazionali del campo dell'astrazione geometrica, della luminocinetica, nonché dell'arte cinetica e del concretismo, ambiti tra cui spazia anche l'artista stesso con il suo lavoro. Vive e lavora tra Celje e Budapest.

Dušan Fišer (1962, Ptuj) si laurea in pittura nel 1989 e nel 1991 consegue anche la specializzazione, sempre in pittura, presso l'Accademia delle Arti Figurative di Lubiana. In seguito studia presso l'Accademia Minerva di Groningen nei Paesi Bassi, a Parigi e a Vienna. Espone frequentemente in Slovenia e all'estero. È attivo come artista nel campo delle arti visive, professore, mentore, scenografo e dal 2017 dirige la Galleria civica di Ptuj.

Milan Golob (1963, Lubiana) si è laureato presso il Dipartimento di Fisica della Facoltà di Scienze Naturali e Tecnologia di Lubiana nel 1987 e presso il Dipartimento di Pittura dell'Accademia delle Arti Figurative di Lubiana nel 1993. Tra il 1996 e il 2000 è stato redattore della rivista "Likovne besede" (Art Words). È stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti: il premio Prešeren destinato agli studenti per la pittura (1992), la borsa di studio della Fondazione Pollock-Krasner (2003), l'Henkel Art Award - Nominee (2005), la borsa di lavoro del Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia (2007). Vive e lavora nei pressi di Radenci.

Josip Gorinšek (1936, Pancevo, Serbia-2021, Lubiana) ha conseguito la laurea in pittura presso l'Accademia delle Arti Applicate di Belgrado nel 1960. Successivamente si è trasferito a Lubiana, dove ha vissuto e lavorato come artista e grafico. È stato membro dell'Associazione degli artisti figurativi della Slovenia dal 1969 e dal 1990 al 1993 è stato presidente dell'Associazione degli artisti figurativi di Lubiana. Ha realizzato dipinti e stampe di carattere geometrico astratto e la sua attività espositiva conta oltre 100 mostre personali e collettive in patria e all'estero. Ha ricevuto 13 premi nonché il riconoscimento speciale Ex tempore Kamnik.

Matjaž Hmeljak (1941, Trieste) si diploma in elettronica, e successivamente lavora come insegnante di informatica. Nel periodo tra il 1970 e il 1980 collabora con il pittore Edvard Zajec con cui realizza quattro importanti sistemi nell'ambito della computer art, posizionandosi tra gli iniziatori della grafica computerizzata su scala mondiale. Da allora sviluppa i propri sistemi artistici informatici nell'ambito della grafica digitale.

Cvetka Hojnik (Murska Sobota) si è laureata presso il Dipartimento di Scienze del tessuto della Facoltà di Scienze Naturali e Ingegneria dell'Università di Lubiana. Ha studiato anche presso l'Accademia delle Arti Figurative di Lubiana. Nel 2016 ha conseguito la laurea magistrale presso la Scuola di disegno e pittura di Lubiana. Ha inoltre illustrato diversi libri d'arte. È membro della DLUM (Società degli artisti figurativi di Maribor), della ZDSLU (Federazione delle società degli artisti figurativi sloveni), della Società austriaca degli artisti figurativi e dell'Associazione degli artisti freelance internazionali. Ha ricevuto diversi premi per il suo lavoro, tra cui il premio DLUM nel 2006, 2014 e 2019. Vive e lavora a Lendava.

Drago Hrvacki (1936, Lubiana-2021, Lubiana) ha studiato pittura e arti grafiche all'Accademia delle Arti Figurative di Lubiana dal 1958 al 1963, conseguendo il diploma nel 1964. Nel 1970 ha approfondito i propri studi in Italia. Ha insegnato educazione artistica e ha lavorato anche come artista libero professionista. Molto presto, già nel 1965, con i suoi bassorilievi bianchi, si dedica all'uso del geometrismo nella pittura, nella scultura e nella grafica. Ha partecipato a numerose mostre in patria e all'estero. La sua ultima mostra personale risale al 2010. Per la sua attività artistica è stato insignito di diversi premi.

Danilo Jejcic (1933, Ajdovšcina), dopo aver terminato gli studi presso la Scuola di progettazione grafica di Lubiana ha conseguito anche il diploma in pittura all'Accademia delle Arti Figurative di Lubiana, nella classe del prof. Gabrijel Stupica (1971). Dapprima è stato impiegato come insegnante di arte, successivamente, tra il 1973 e il 1996 è stato direttore della Galleria Veno Pilon ad Ajdovšcina. Si è dedicato alla scultura e ai bassorilievi (componibili e sculto-pitture) e alla grafica. Ultimamente realizza prevalentemente fotografie. È il più illustre rappresentante dell'arte astratta geometrica in Slovenia. Nelle sue opere grafiche, soprattutto nelle serigrafie, di carattere geometrico, è riuscito a inserire anche una componente illusionistica. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive, in patria e all'estero, nonché in occasione di diverse biennali di arte grafica. Vive e lavora ad Ajdovšcina.

Duša Jesih (1977, Lubiana) si è diplomata alla Scuola secondaria di design e fotografia di Lubiana nel 1996, specializzandosi in graphic design. Nel 2003 si è laureata in pittura e nel 2006 ha completato uno studio specialistico nella stessa disciplina presso la Scuola professionale superiore di disegno e pittura di Lubiana. Nell'anno accademico 2006-07 ha studiato alla Cité internationale des arts di Parigi. Dal 2008 svolge l'attività di operatrice culturale indipendente. Nel 2012 ha completato il Master in pittura presso l'Accademia di Lubiana e ha ricevuto il premio Prešeren dedicato agli studenti. Nel 2020 è stata artist in residence a New York. Vive e lavora a Lubiana.

Janez Lenassi (1927, Abbazia - 2008, Pirano), terminati gli studi presso l'Accademia delle Arti Figurative e Grafica di Lubiana, nel 1956 consegue anche il diploma di specializzazione. Tra il 1964 e il 1969 approfondisce i propri studi in Austria, Germania, Olanda, Belgio, Italia e Svizzera. Nel 1961, insieme con lo scultore Jakob Savinšek è fautore e organizzatore del simposio di arte sloveno Forma viva. Il suo opus scultoreo è molto vasto e comprende piccole plastiche, monumenti e altre opere pubbliche tra le quali spiccano le sculture da simposio, per la maggior parte realizzate all'estero. È stato insignito del premio della Fondazione Prešeren (1966), del premio Jakopic (1981) e di altri riconoscimenti. Ha vissuto e lavorato a Pirano.

Roman Makše (1963, Lubiana) si laurea in scultura nel 1989 e completa gli studi post-laurea, sempre in scultura, presso l'Accademia delle Arti Figurative e del Design dell'Università di Lubiana nel 1994. Dal 2001 è professore di scultura presso il Dipartimento di Educazione Artistica della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Lubiana, dove nel 2010 è stato nominato professore ordinario di scultura. Ha esposto in Slovenia, Europa e negli Stati Uniti. Nel 1994 ha ricevuto a New York il Pollock-Krasner Foundation Award. Nel 2017 è stata pubblicata una monografia sul suo opus scultoreo. È membro della Società degli Artisti Figurativi dal 1989 e dal 2009 della rete internazionale Sculpture Network.

Katja Pál (1979, Murska Sobota) quando ancora frequentava le scuole superiori si è unita al collettivo di giovani artisti LindArt e ha avuto l'opportunità di (co)partecipare attivamente alla scena artistica regionale al di qua e al di là del confine sloveno-ungherese. Nel 2010 ha conseguito il Master in pittura presso l'Accademia delle Arti Figurative e del Design di Lubiana. Nel 2012 ha affiancato al suo lavoro di artista indipendente la gestione dello studio/residenza artistica D'CLINICstudios. Vive e lavora tra Lendava e Budapest.

Borut Popenko (1969, Maribor), dopo aver studiato pedagogia dell'arte presso la Facoltà di Pedagogia di Maribor nel 1993, ha studiato all'estero presso la Burg Giebichenstein Kunsthochschule di Halle e presso le Accademie dell'Arte di Atene e Praga. Si occupa di pittura, installazioni spaziali e video e partecipa attivamente alla scena artistica contemporanea di Maribor. La sua attività espositiva comprende diverse mostre personali e collettive in patria e all'estero e le sue opere fanno parte di numerose collezioni.

Sandi Renko (1949, Trieste), artista di origini italo-slovene, studia presso l'Istituto d'arte Nordio di Trieste nelle classi dei maestri dell'avanguardia triestina (Ugo Cara, Miela Reina ed Enzo Cogno). Negli anni Settanta si trasferisce a Padova, dove apre il proprio studio di design. Dopo aver conosciuto gli artisti che avevano fatto parte del "Gruppo N", decide di dedicarsi con più dedizione all'arte cinetica e ottica. Ha operato come artista e designer. Vive e lavora a Padova e Trieste. È un artista affermato nell'astrazione geometrica, espone e collabora con diverse gallerie in Italia e nel mondo. Nel 2021 è stato tra i finalisti della Biennale Origins in Geometry a cura dell'importante museo internazionale dell'arte geometrica The Museum of Geometric and MADI Art a Dallas (Usa).

Oto Rimele (1962, Maribor) si è laureato in pittura all'Accademia delle Arti Figurative di Lubiana nel 1990. Vive a Maribor, dove è professore ordinario di pittura e disegno all'università. Ha ricevuto numerosi premi, soprattutto per le sue originali installazioni spaziali. Nel 2004 ha ricevuto il premio del Fondo Prešeren per la sua installazione nell'ex chiesa del monastero medievale di Kostanjevica na Krki (Galleria Božidar Jakac, 2003). È stato anche membro e cofondatore del gruppo rock Lacni Franz e membro dei Laibach.

Irena Romih (1965, Celje) si è laureata all'Accademia delle Arti Figurative e del Design di Lubiana nel 1990 sotto la guida del Prof. Emerik Bernard. Ha poi lavorato come designer presso la vetreria di Rogaška. Ha inoltre progettato imballaggi per i quali ha vinto diversi premi. Nel 1994 si è iscritta a un corso di studi post-laurea nella classe della professoressa Metka Krašovec. Ad interessarla è l'immagine come oggetto, la materialità del supporto pittorico e il significato dei suoi margini, nonché il ruolo attivo ricoperto dalla parete. Nelle sue opere crea spazi ambigui che innescano torsioni ottiche. Come operatrice culturale indipendente si dedica alla pittura, all'illustrazione e all'animazione. Vive a Lubiana.

Nejc Slapar (1945, Stražišce presso Kranj) studia ingegneria civile presso la Scuola Tecnica Superiore di Maribor dopo essersi diplomato al ginnasio di Kamnik. Ben presto passa all'industria grafica, svolgendo l'attività di graphic designer fino al 1990. Ha sempre dedicato il suo tempo anche all'arte, impegnandosi anche come poliedrico artista concettuale nei campi del cinema, della musica e delle arti figurative. Vive e lavora a Stražišce presso Kranj.

Katja Sorta (1994, Postumia) consegue nel 2019 la laurea nel campo del disegno presso la Facoltà di Pedagogia dell'Università di Lubiana, indirizzo Pedagogia dell'arte, sotto la guida del prof. Andrej Brumen Cop. Tra il 2017 e il 2020 ha lavorato come dimostratrice per la Galleria UL PEF. Attualmente insegna arte presso la scuola elementare di Miren. Partecipa a mostre collettive sia in patria che all'estero, mentre la sua prima personale è stata allestita nel 2018 nella galleria "Miha Maleš" a Kamnik. Nelle sue opere attinge alle caratteristiche e alle proprietà dell'astrattismo geometrico realizzando serie di disegni, dipinti e grafiche che richiamano il mondo simbolico ed astratto.

Eduard Stepancic (Trieste, 1908 - Belgrado, 1991) frequenta le scuole d'arte di Monza, Venezia e Firenze e studia, intorno al 1930, anche all'Academie moderne a Parigi. Tra il 1926 e il 1929 è stato, con Cernigoj, il membro più illustre del Gruppo costruttivista di Trieste, che ha presentato il costruttivismo triestino in occasione della mostra sindacale dei pittori triestini nel 1927. Collabora alle illustrazioni della rivista avanguardista slovena Tank, e nel 1928 ha curato la scenografia per l'allestimento dell'opera lirica Crne maske di Marij Kogoj. Nel 1931 si trasferisce permanentemente a Belgrado, dove opera come pittore, grafico e illustratore di manifesti e libri. Torna a dedicarsi all'arte geometrica intorno al 1960. Nell'autunno del 1983 partecipa al primo Video festival presso lo Cankarjev dom di Lubiana, realizzando una video-animazione dei propri disegni geometrici astratti con il titolo Raziskava likovne mehanike (Studio di meccanica figurativa).

Franc (Franko) Vecchiet (1941, Trieste) considera l'aver cambiato il proprio nome in Franc, come avrebbero voluto già i suoi genitori al battesimo, una scelta artistica. Ciò che ha più caratterizzato il suo percorso artistico di pittore, grafico e artista poliedrico sono stati il rapporto pluriennale con Avgust Cernigoj, la collaborazione in atelier con Riccardo Licata e l'incontro con Bogdan Borcic a Lubiana. Ha esposto le sue opere in mostre personali e collettive in patria ed all'estero. Ha conseguito diversi premi e riconoscimenti, tra cui il premio della Fondazione Prešeren per l'opera grafica nel 1989. Ha inoltre insegnato in varie scuole ed accademie. È suo il Mosaico dell'amicizia in Piazza Europa, posto esattamente sul confine, tra Italia e Slovenia, tra Gorizia e Nova Gorica.

Sebastijan Vojvoda (1976, Pola) tra il 2000 e il 2004 studia all'Accademia delle Arti Figurative e del Design a Lubiana, nella sezione di pittura nella classe della prof. Metka Krašovec. Nel 2005 segue un corso di approfondimento presso l'Accademia dell'Arte Konsthögskolan Valand a Göteborg, in Svezia. Nel 2006 si diploma, seguito dai proff. Zmago Jeraj e Borut Vogelnik e successivamente consegue anche il diploma magistrale nella classe del prof. Bojan Gorenc. Ha collaborato a numerosi progetti artistici come grafico, fotografo e cineoperatore. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Croazia, Slovenia e altrove. Vive e lavora tra Parenzo e Zagabria, ed è attivo nel ruolo di curatore e responsabile delle attività artistiche della Libera università di Parenzo.

Edvard Zajec (1938, Trieste - 2018 Syracuse, Usa) dopo il trasferimento della sua famiglia negli Usa frequenta lì la scuola d'arte diplomandosi successivamente all'Accademia delle Arti Figurative di Lubiana. In seguito fa ritorno negli Stati Uniti, dove frequenta gli studi di post-diploma presso la Ohio University. Tra il 1970 e il 1980 risiede a Trieste, dove realizza le proprie idee nel campo della grafica computerizzata insieme con Matjaž Hmeljak. È considerato uno dei pionieri di questo settore a livello mondiale. Dal 1980 in poi si stabilisce a Syracuse (New York, Usa) dove è stato professore di grafica computerizzata all'università.



Opera in acrilico su tela
 di cm. 50x50 dal ciclo Topologie realizzata da Sebastijan Vojvoda nel 2014 in una foto di Jaka Jerasa Opera in acrilico su legno e metallo di cm. 
83x55x33 denominata Sculptura realizzata da Avgust Cernigoj nel
 1924 e ricostruita nel 1978 in una foto di Jaka Jerasa Opera in acrilico e aerografo su canneté di cm. 
121x121 denominata KUBIKSGRID 920 realizzata da Sandi Renko nel 2020 Opera a pennarelli e matita colorata su carta
 di cm 24.5 x 34 denominata Disegno programmato, realizzata da Eduard Stepancic nel 1975 in una foto di Jaka Jerasa Stampa in rilievo
 cm 50x70 realizzata da 1981 da Franc Vecchiet, foto di foto Jaka Jerasa Geometrija V Umetnosti Z »ZAHODA« / Geometria Nell'arte »D'Occidente«
15 luglio (inaugurazione) - 25 agosto 2022
Kulturni center Lojze Bratuž - Gorizia / Gorica

Artisti: Beti Bricelj, Avgust Cernigoj, Matjaž Hmeljak, Danilo Jejcic, Janez Lenassi, Sandi Renko, Katja Sorta, Eduard Stepancic, Franc Vecchiet, Sebastijan Vojvoda, Edvard Zajec.

Mostra collettiva a cura di Denis Volk. La mostra è stata organizzata dal Kulturni center Lojze Bratuž in collaborazione con il Consolato generale della Repubblica di Slovenia a Trieste e Associazione culturale per l'arte KONS di Trieste. La mostra è una panoramica delle opere dei rappresentanti dell'arte astratta geometrica provenienti dal lembo occidentale dell'area linguistica slovena, non soltanto dalla Slovenia occidentale, ma anche dalle zone di confine in Italia e dall'Istria croata. Il quadro così ottenuto è incompleto, ma pur sempre sufficiente a illustrare bene il fenomeno dell'arte geometrica in area slovena. Gli albori della geometria nell'arte slovena contemporanea risalgono all'anno 1924, anno della prima mostra di arte costruttivista in area slovena, realizzata da Avgust Cernigoj.

L'esposizione include quindi opere che si inseriscono nell'arco temporale che va dagli anni Venti del secolo scorso fino ai giorni nostri. Sia nel mondo che qui, nelle nostre terre, la geometria è sempre stata presente nell'arte, ma mai in primo piano. Se ne sono dedicati soltanto singoli artisti ed artiste, alcuni solo per determinati periodi, altri invece le hanno consacrato l'intero opus. Gli artisti trovano esempi ed ispirazione in diverse epoche, in diversi approcci filosofici e teorici e movimenti artistici, soprattutto nelle avanguardie del Ventesimo secolo, in opere di diversi artisti appartenenti a vari periodi, ma anche nell'avvento del computer e di altre nuove tecnologie e negli effetti di queste sulla vita di tutti i giorni, oppure intendono valorizzare con l'ausilio di forme geometriche determinati materiali utilizzati nella propria arte. È stato inoltre pubblicato un catalogo della mostra.

___ Le artiste e gli artisti:

Beti Bricelj (1974, Postumia), si laurea nel 2000 presso la Scuola di disegno e pittura - Scuola superiore di specializzazione di Lubiana / Arthouse - College of Visual Arts. Terminati gli studi trascorre un anno in Australia, su invito dell'Ente governativo per gli studi sulla cultura aborigena del Department of Aboriginal Affairs, Adelaide, South Australia. Grazie alla sua arte molto caratteristica, nello stile dell'astrazione geometrica e del costruttivismo, è diventata un'artista riconosciuta a livello internazionale. Ha partecipato a numerosi simposi e mostre in patria e all'estero. Per le sue opere è stata insignita di diversi riconoscimenti e premi, soprattutto all'estero, tra i quali spicca il prestigioso premio del Museum for Geometric and MADI Art di Dallas (Texas, Usa). Vive e lavora tra Postumia e la Scozia.

Avgust Cernigoj (1898, Trieste - 1985, Sežana) è l'artista più rappresentativo delle avanguardie slovene nonché il fondatore del costruttivismo sloveno. Ha realizzato disegni, dipinti, acquerelli, collage, scenografie, plastici, illustrazioni, affrescato pareti di chiese e creato accessori decorativi per l'arredo nautico. Nel suo lavoro ha sempre cercato nuove modalità espressive. Nel campo della grafica si è dedicato soprattutto alle acqueforti e alle incisioni. Nel 1976 è stato insignito del premio Prešeren alla carriera. È stato un maestro per numerose generazioni di artisti, su molti dei quali ha avuto una forte influenza, trasmettendo loro le proprie conoscenze e spingendoli ad essere aperti a nuove possibilità e sperimentazioni.

Matjaž Hmeljak (1941, Trieste) si diploma in elettronica, e successivamente lavora come insegnante di informatica. Nel periodo tra il 1970 e il 1980 collabora con il pittore Edvard Zajec con cui realizza quattro importanti sistemi nell'ambito della computer art, posizionandosi tra gli iniziatori della grafica computerizzata su scala mondiale. Da allora sviluppa i propri sistemi artistici informatici nell'ambito della grafica digitale.

Danilo Jejcic (1933, Ajdovšcina), dopo aver terminato gli studi presso la Scuola di progettazione grafica di Lubiana ha conseguito anche il diploma in pittura all'Accademia di arte figurativa di Lubiana, nella classe del prof. Gabrijel Stupica (1971). Dapprima è stato impiegato come insegnante di arte, successivamente, tra il 1973 e il 1996 è stato direttore della Galleria Veno Pilon ad Ajdovšcina. Si è dedicato alla scultura e ai bassorilievi (componibili e sculto-pitture) e alla grafica. Ultimamente realizza prevalentemente fotografie. È il più illustre rappresentante dell'arte astratta geometrica in Slovenia. Nelle sue opere grafiche, soprattutto nelle serigrafie, di carattere geometrico, è riuscito a inserire anche una componente illusionistica. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive, in patria e all'estero, nonché in occasione di diverse biennali di arte grafica. Vive e lavora ad Ajdovšcina.

Janez Lenassi (1927, Abbazia - 2008, Pirano), terminati gli studi presso l'Accademia di arte figurativa e grafica di Lubiana nel 1956 consegue anche il diploma di specializzazione. Tra il 1964 e il 1969 approfondisce i propri studi in Austria, Germania, Olanda, Belgio, Italia e Svizzera. Nel 1961, insieme con lo scultore Jakob Savinšek è fautore e organizzatore del simposio di arte sloveno Forma viva. Il suo opus scultoreo è molto vasto e comprende piccole plastiche, monumenti e altre opere pubbliche tra le quali spiccano le sculture da simposio, per la maggior parte realizzate all'estero. È stato insignito del premio della Fondazione Prešeren (1966), del premio Jakopic (1981) e di altri riconoscimenti. Ha vissuto e lavorato a Pirano.

Sandi Renko (1949, Trieste), artista di origini italo-slovene, studia presso l'Istituto d'arte Nordio di Trieste nelle classi dei maestri dell'avanguardia triestina (Ugo Cara, Miela Reina ed Enzo Cogno). Negli anni Settanta si trasferisce a Padova, dove apre il proprio studio di design. Dopo aver conosciuto gli artisti che avevano fatto parte del "Gruppo N", decide di dedicarsi con più dedizione all'arte cinetica e ottica. Ha operato come artista e designer. Vive e lavora a Padova e Trieste. È un artista affermato nell'astrazione geometrica, espone e collabora con diverse gallerie in Italia e nel mondo. Nel 2021 è stato tra i finalisti della Biennale Origins in Geometry a cura dell'importante museo internazionale dell'arte geometrica The Museum of Geometric and MADI Art a Dallas (Usa).

Katja Sorta (1994, Postumia) consegue nel 2019 la laurea nel campo del disegno presso la Facoltà di Pedagogia dell'Università di Lubiana, indirizzo Pedagogia dell'arte, sotto la guida del prof. Andrej Brumen Cop. Tra il 2017 e il 2020 ha lavorato come dimostratrice per la Galleria UL PEF. Attualmente insegna arte presso la scuola elementare di Miren. Partecipa a mostre collettive sia in patria che all'estero, mentre la sua prima personale è stata allestita nel 2018 nella galleria "Miha Maleš" a Kamnik. Nelle sue opere attinge alle caratteristiche e alle proprietà dell'astrattismo geometrico realizzando serie di disegni, dipinti e grafiche che richiamano il mondo simbolico ed astratto.

Eduard Stepancic (Trieste, 1908 - Belgrado, 1991) frequenta le scuole d'arte di Monza, Venezia e Firenze e studia, intorno al 1930, anche all'Academie moderne a Parigi. Tra il 1926 e il 1929 è stato, con Cernigoj, il membro più illustre del Gruppo costruttivista di Trieste, che ha presentato il costruttivismo triestino in occasione della mostra sindacale dei pittori triestini nel 1927. Collabora alle illustrazioni della rivista avanguardista slovena Tank, e nel 1928 ha curato la scenografia per l'allestimento dell'opera lirica Crne maske di Marij Kogoj. Nel 1931 si trasferisce permanentemente a Belgrado, dove opera come pittore, grafico e illustratore di manifesti e libri. Torna a dedicarsi all'arte geometrica intorno al 1960. Nell'autunno del 1983 partecipa al primo Video festival presso lo Cankarjev dom di Lubiana, realizzando una video-animazione dei propri disegni geometrici astratti con il titolo Raziskava likovne mehanike (Studio di meccanica figurativa).

Franc (Franko) Vecchiet (1941, Trieste) considera l'aver cambiato il proprio nome in Franc, come avrebbero voluto già i suoi genitori al battesimo, una scelta artistica. Ciò che ha più caratterizzato il suo percorso artistico di pittore, grafico e artista poliedrico sono stati il rapporto pluriennale con Avgust Cernigoj, la collaborazione in atelier con Riccardo Licata e l'incontro con Bogdan Borcic a Lubiana. Ha esposto le sue opere in mostre personali e collettive in patria ed all'estero. Ha conseguito diversi premi e riconoscimenti, tra cui il premio della Fondazione Prešeren per l'opera grafica nel 1989. Ha inoltre insegnato in varie scuole ed accademie. È suo il Mosaico dell'amicizia in Piazza Europa, posto esattamente sul confine, tra Italia e Slovenia, tra Gorizia e Nova Gorica.

Sebastijan Vojvoda (1976, Pola) tra il 2000 e il 2004 studia all'Accademia di Arti figurative e Grafica a Lubiana, nella sezione di pittura nella classe della prof. Metka Krašovec. Nel 2005 segue un corso di approfondimento presso l'Accademia dell'Arte Konsthögskolan Valand a Göteborg, in Svezia. Nel 2006 si diploma, seguito dai proff. Zmago Jeraj e Borut Vogelnik e successivamente consegue anche il diploma magistrale nella classe del prof. Bojan Gorenc. Ha collaborato a numerosi progetti artistici come grafico, fotografo e cineoperatore. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Croazia, Slovenia e altrove. Vive e lavora tra Parenzo e Zagabria, ed è attivo nel ruolo di curatore e responsabile delle attività artistiche della Libera università di Parenzo.

Edvard Zajec (1938, Trieste - 2018 Syracuse, USA) dopo il trasferimento della sua famiglia negli Usa frequenta lì la scuola d'arte diplomandosi successivamente all'Accademia delle arti figurative di Lubiana. In seguito fa ritorno negli Stati Uniti, dove frequenta gli studi di post-diploma presso la Ohio University. Tra il 1970 e il 1980 risiede a Trieste, dove realizza le proprie idee nel campo della grafica computerizzata insieme con Matjaž Hmeljak. È considerato uno dei pionieri di questo settore a livello mondiale. Dal 1980 in poi si stabilisce a Syracuse (New York, Usa) dove è stato professore di grafica computerizzata all'università. (Comunicato stampa)

Immagini:
1. Sebastijan Vojvoda , dal ciclo Topologie, acrilico su tela cm. 50x50, 2014 (foto Jaka Jeraša)
2. Avgust Cernigoj, Sculptura, acrilico su legno, metallo cm. 83x55x33, 1924, ricostruzione nel 1978 (foto Jaka Jeraša)
3. Sandi Renko, KUBIKSGRID 920, acrilico e aerografo su canneté cm. 121x121, 2020 (foto Sandi Renko)
4. Eduard Stepancic, Programirana risba / Disegno programmato, pennarelli e matita colorata su carta cm. 24.5x34, ca. 1975 (foto Jaka Jeraša)
5. Franc Vecchiet, Brez naslova / Senza titolo, stampa in rilievo cm. 50x70, 1981 (foto Jaka Jeraša)

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La geometria nell'arte "d'Occidente"
di Denis Volk

Le opere artistiche di carattere geometrico sono presenti in tutte le ere della storia dell'arte. Per molto tempo, queste opere sono state frutto del lavoro di artigiani, essendo quello dell'artista un mestiere sconosciuto, ma oggi vengono comunque riconosciute come opere d'arte - dalle epoche più antiche ai nostri giorni, indipendentemente dall'area geografica o addirittura dalla religione. Le opere di carattere geometrico meglio conservate sono quelle che fanno parte dell'architettura: come ad esempio mosaici, pavimenti in stile cosmatesco soprattutto di edifici destinati all'uso pubblico (come santuari) ma anche privato (decori di case patrizie e di diversi oggetti). La transizione da artigianato ad arte geometrica ha ancora i contorni sfocati.

Nell'arte contemporanea invece, per quanto riguarda quella denotata dall'uso della geometria nel senso più ampio, è caratteristico il fatto che le opere nascono in maniera razionale, ponderata e pianificata, quasi calcolata e programmata. L'artista ha il controllo totale sul processo di creazione dell'opera e anche sulle proprie sensazioni escluse da questo processo. Spesso si ha l'impressione che queste opere possano essere trasposte, o trasformate, in equazioni e funzioni matematiche, negli ultimi anni anche in programmi informatici, e tramite essi descritte.

Ma anche una tale descrizione è razionale e non emotiva. Alcuni artisti, nel pianificare le proprie opere, utilizzano ausili e strumenti provenienti da geometria e matematica, come ad esempio il sistema di coordinate che funge da scheletro o griglia sulla quale l'artista crea e dispone parti dell'immagine su un piano o uno spazio, e diverse funzioni matematiche che, determinando le variabili sul sistema di coordinate, creano punti, linee, curve e superfici, ognuna con le proprie caratteristiche: dimensioni, forma e posizione nello spazio. Questi elementi geometrici nell'arte diventano elementi figurativi utilizzati dall'artista per le sue raffigurazioni.

Sono parti integranti di forme, figure, solidi che - a seconda della proiezione - vengono collocati in una superficie o in uno spazio e raffigurati bidimensionalmente sulla superficie del supporto o tridimensionalmente nello spazio stesso. Per tutti questi elementi geometrici vengono anche definiti o determinati dei colori che influiscono sullo stato emotivo. L'invenzione del computer, in grado di applicare le stesse leggi matematiche ed effettuare calcoli in base ad esse molto più velocemente rispetto al cervello umano, ha reso possibile in breve tempo la creazione di innumerevoli varianti e combinazioni.

Ma il computer è comandato dall'uomo, che lo programma rendendolo in grado di utilizzare determinate funzioni, calcolare variabili, colorare punti, linee e superfici, e tramite il linguaggio di programmazione può determinare i cambiamenti di colore in base al tempo, alla posizione e/o alla direzione degli stessi. La velocità di creazione di una successione di immagini ad intervalli temporali minimi è la base dell'animazione computerizzata. Il computer, all'interno dei limiti prestabiliti, è in grado di creare da solo le immagini, in modo più o meno casuale. Un'immagine realizzata dal computer non è altro che un gran numero di punti disposti su una superficie, ciascuno dei quali viene definito, nello stesso momento, con una funzione matematica e delle variabili ben precise.

Così, il computer è in grado di calcolare contemporaneamente anche la posizione dei punti su superfici parallele adiacenti, che sono così vicine da darci l'impressione che non si tratti di punti disposti a caso, bensì che siano precisamente collegati per creare una linea, una superficie o un solido in uno spazio informatico apparente. Questa facoltà viene utilizzata già da anni anche per la stampa 3D di oggetti virtuali, in quanto le stampanti 3D effettivamente dispongono "punti" uno sull'altro e accanto all'altro, o polimerizzano superfici di materiali all'interno di limiti stabiliti in precedenza. Alcuni strumenti di sagomatura sono programmati e lavorano tagliando un pezzo o una superficie di materiale fino a una certa linea di confine pianificata. Una volta assemblato l'oggetto, queste linee diventano il bordo della superficie dell'oggetto costituito dagli strati ritagliati.

Le opere d'arte che possono essere classificate come geometriche, o di astrazione geometrica, sono realizzate con varie tecniche: possono essere disegni, dipinti, stampe, rilievi, oggetti, fotografie, installazioni spaziali e, con l'avvento del computer e di altri dispositivi tecnologici, grafiche computerizzate, animazioni al computer, video, film, installazioni varie, ologrammi o combinazioni di quanto appena elencato. Sono opere, queste, realizzate sia nelle tecniche tradizionali che con l'ausilio di computer e tecnologie moderne. Per il proprio lavoro, gli artisti prendono esempio da epoche e correnti artistiche del passato, o da quelle più recenti, del XX secolo, ad esempio dal suprematismo, neoplasticismo, minimalismo, dalla op art e dall'arte cinetica nonché dalle varie iterazioni degli -ismi di cui sopra.

Alcuni artisti sono stati attratti dal computer, dalla ricerca dei limiti delle sue capacità e del mondo virtuale. In area slovena sono ben rappresentate quasi tutte queste correnti. Una buona panoramica del lavoro degli artisti sloveni contemporanei che nelle loro opere utilizzano la geometria può essere ottenuta proprio selezionando artisti di origine slovena provenienti dal lembo occidentale dell'area di lingua slovena, cioè dalla Slovenia occidentale, dalle zone di confine in Italia e dall'Istria croata.

Gli artisti di oltreconfine sono spesso esclusi dalle mostre in Slovenia, e per questo motivo poco noti nella madrepatria, sebbene siano affermati all'estero. In area slovena, l'astrazione geometrica basata sui principi costruttivisti del Bauhaus fece la sua prima apparizione nel 1924 con la prima (e la seconda) mostra costruttivista di Avgust Cernigoj a Lubiana, che non fu però ben accolta. Cernigoj si trasferì poi a Trieste, dove nel 1925 fondò (con Emilio Mario Dolfi e Giorgio Carmelich) una scuola d'arte privata. In seno alla scuola si formò, intorno al 1926, il "Gruppo costruttivista di Trieste", composto da artisti delle avanguardie, che si presentò per la prima volta al pubblico in occasione della mostra collettiva degli artisti triestini nell'autunno del 1927 presso il Giardino pubblico di Trieste, con la c.d. "camera costruttivista".

Oltre a Cernigoj, si distinse in particolar modo Eduard Stepancic con le sue raffinate opere geometriche. Dopo essersi formato in varie città italiane e europee, prima della Seconda guerra mondiale Stepancic si stabilì a Belgrado, dove a partire dagli anni 1960-70 (in seguito a una pausa) realizzò un opus costruttivista eccezionale. Era sempre stato aperto alle novità, ma solo nel 1983 approfondì il proprio interesse per le tecniche video, realizzando una videoanimazione di alcune decine di suoi disegni programmati, con cui aggiunse al proprio disegno costruttivista anche una dimensione temporale. Edvard Zajec, allievo di Cernigoj, ha ideato le sue prime opere geometriche basandosi sul principio del minimalismo.

Mentre si trovava in America, già nel 1968 iniziò ad interessarsi allo studio dell'uso del computer in campo artistico, da cui scaturirono le sue opere di arte computerizzata pionieristiche a livello mondiale. Durante la sua permanenza a Trieste negli anni Settanta e Ottanta collaborò con il programmatore Matjaž Hmeljak. Successivamente, Zajec esplorò l'arte computerizzata in relazione alle trasformazioni di forma e colore nel tempo. In principio aggiungeva al "brano/composizione cromatica" un sottofondo musicale.

Successivamente utilizzò i principi della composizione musicale - in base alla propria teoria della strutturazione temporale dei colori - nella realizzazione di "composizioni cromatiche". Per qualche tempo sviluppò composizioni indipendenti di colori e immagini nel tempo (indipendentemente dalla musica e dai suoi principi). L'apice della sua attività di ricerca lo raggiunse sviluppando un modulatore di spettro con cui è possibile modulare, attraverso un programma informatico, la musica in luce all'interno di uno spazio. In tal modo si riesce ad unire spazio, tempo, e la luce in forma dei cinque colori dello spettro che si materializzano sulle superfici cromatiche, modulati dalla musica.

La sua intenzione era quella di far comprendere il colore in modo emozionale. La collaborazione con Zajec influenzò fortemente Matjaž Hmeljak, che iniziò da solo a realizzare programmi e sistemi informatici a fini artistici. Un programma informatico computa e applica equazioni e funzioni matematiche e comandi, formando così figure geometriche, mentre l'artista programmatore ne influenza il processo creativo, definendole e determinandone forme e colori, modificando ovvero impostando i valori delle variabili e delle funzioni del programma attuato dal computer. Una delle componenti principali che caratterizzano la ricerca visuale di Hmeljak sono le forme astratte "quasi 3D" che possono essere create soltanto con l'ausilio di formule geometriche.

Sandi Renko negli anni Sessanta incontra a Padova gli ex membri del "Gruppo N" e impara a conoscere l'arte ottica e cinetica. Ben presto si dedica alla ricerca e alla raffigurazione di nastri (composti da quadrati) che intrecciandosi creano dei cubi, parziali o completi. Il supporto ondulato gli consente di realizzare tre immagini sullo stesso dipinto, che sono visibili ciascuna da una direzione diversa. Quando lo spettatore si muove, le immagini si sovrappongono e vengono a crearsi delle transizioni che danno vita a loro volta a effetti ottici e cinetici.

Più tardi introdusse nella propria arte il concetto dell'errore controllato nel disegno delle linee (che oltrepassano, in modo controllato, i "limiti"), che dà come risultato delle forme dai bordi sfocati. Alla ricerca delle forme di base e di altri elementi geometrici, allo studio dei rapporti tra loro e dei reciproci effetti si dedica, fin dai principi della sua carriera, anche Franc Vecchiet. Il suo primo incontro con la geometria nell'arte avviene già al liceo, con la scoperta del legame che i filosofi greci avevano con geometria, matematica e logica. Anche nel Rinascimento e nell'invenzione della stampa riconosceva l'approccio razionale e l'utilizzo della "composizione geometrica".

Questo approccio "classico" e in parte anche gli influssi dei movimenti d'avanguardia sono costantemente presenti nella sua creazione artistica e nella sua concezione dell'arte, tuttavia, in determinati periodi e cicli artistici è la geometria a passare decisamente in primo piano. Lo scultore Janez Lenassi si distingue un po' per quanto riguarda gli spunti alla base delle sue opere. Traeva ispirazione dalla natura, ma ben presto passò alle forme astratte che erano in grado di accentuare al meglio le facoltà espressive dei materiali.

Con forme geometriche raffinate intendeva valorizzare ancora di più la pietra, che lui apprezzava molto, e le sue caratteristiche. Nelle superfici delle forme geometriche spesso scolpiva semplici elementi circolari o linee dritte che a volte deviava e incrociava ottenendo così piccole figure angolate. Un artista importante che rientra assolutamente tra i rappresentanti di spicco dell'arte geometrica del nostro territorio, avendole dedicato quasi l'intero opus, è anche Danilo Jejcic. Dopo il 1970, esplorò, in base ai principi (neo)costruttivisti, i solidi circolari - la sfera e il cilindro - nei suoi "componibili" (oggetti compositi) e nelle sue "sculto-pitture", prima in legno e poi in plastica.

Influenzato dall'op art e dall'arte cinetica allora in voga, decise di creare motivi geometrici in serigrafia, in cui, oltre alla geometria, viene data grande enfasi all'illusione di figura, oggetto e spazio. Nelle sue opere grafiche ha sviluppato l'illusionismo fino alla perfezione. Anche gli artisti più giovani prendono esempio dalle generazioni precedenti e provano a mettere in luce la propria visione contemporanea di questa modalità artistica, anche in relazione alla vita moderna e alle nuove tecnologie.

Sebastijan Vojvoda con l'utilizzo di elementi geometrici esplora le influenze del costruttivismo nella pittura. Le figure e le forme fondamentali tratti dall'avanguardia russa (il quadrato e la croce di Malevic) rappresentano per lui soltanto le coordinate dello spazio virtuale generato artificialmente delle console Nintendo e Gameboy con cui giocava un tempo. La schermata così ideata, composta da pixel, si trasforma poi in un classico dipinto. Su uno schema modulare a griglia di base quadrata dipinge disegni geometrici che sono anche il riflesso dei rapporti sociali, solitamente legati a un avvenimento in particolare o a qualche altro tema d'attualità (ad esempio planimetrie, elementi tratti dai videogiochi, simboli originali o modificati di organizzazioni, nazioni ed ideologie conosciute). Assemblando le sue immagini in varie combinazioni, in base alla superficie ma anche relativamente allo spazio espositivo, trasforma i propri quadri in una sorta di moderni puzzle modulari.

Caratteristico per l'arte di Beti Bricelj è un approccio costruttivista. Le sue opere sono strutturate in modo geometrico, ponderate e pianificate. Sperimentazioni improvvisate si osservano solo negli schizzi, dove l'artista gioca con possibilità ed effetti. Fin dagli esordi, la base del suo lavoro è costituita da una struttura a griglia su cui l'artista dispone elementi geometrici in varie relazioni tra loro alla ricerca di effetti illusionistici e di stratificazione, che l'occhio vede come il passaggio degli elementi attraverso gli strati pittorici, in profondità o verso la superficie. Tutto ciò contribuisce all'illusione dello spazio, di una forma o di un oggetto (ad esempio, il cubo in alcune opere) che il più delle volte non può esistere proprio perché effetto di un'illusione. In questo modo, l'artista pone allo spettatore degli enigmi mentali, legati all'esperienza di oggetti e spazi irreali.

Katja Sorta torna alle origini dell'arte geometrica, a Malevic. La sua intenzione è quella di avvicinarsi all'astrazione "totale". Rimane fedele ai colori uniformi e alla linea da cui sviluppa una superficie. Nelle sue opere, le linee e/o superfici diverse sono disposte in parallelo, o trasversalmente e perpendicolarmente tra loro: si creano così una relazione spaziale e uno spazio illusorio tra figure geometriche di base e forme semplici. Le sue linee, le sue superfici e le sue figure geometriche danno spesso l'impressione di espandersi e di proseguire oltre i bordi, in uno spazio immaginario al di là della superficie pittorica su cui sono raffigurate. Come era accaduto in precedenza, anche nel secolo scorso l'astrazione geometrica non è mai salita alla ribalta come stile artistico di punta, ma è stata una presenza costante. Singoli artisti dedicano tutta la propria opera all'uso della geometria, esplorando costantemente nuove forme ed effetti, utilizzando nuove tecnologie e materiali, continuando così a sviluppare e ad aggiornare questa corrente artistica. Per questo motivo, pur non essendo mai in primo piano, essa rimane sempre rilevante e interessante.



Uno sguardo alla creazione grafica vicino e intorno a noi

di Denis Volk

* Presentazione per la mostra "Slovenski Graficari iz Italije / Artisti Grafici Sloveni d'Italia" alla Galleria Zuccato (Parenzo, Croazia, 25 marzo - 30 aprile 2021)

L'Istria e l'attuale Friuli Venezia Giulia, in particolare Trieste, sono sempre state aree etnicamente miste dove, negli ultimi secoli, hanno convissuto croati, italiani e sloveni e, a Trieste e Pola, anche altre nazionalità. Nel corso di molti eventi storici, la situazione politica in quest'area è cambiata notevolmente e lo stesso territorio è appartenuto a diversi paesi. All'appartenenza degli artisti possiamo guardare da diversi punti di vista. Sono prima di tutto appartenenti ad un popolo (dai genitori), poi membri dello stato e se qualcuno ha vissuto e lavorato in paesi diversi, è »ritenuto proprio« da più paesi. Un buon esempio è Anton Zoran Mušic; uno sloveno (dai genitori), nato in Austria-Ungheria, che ha vissuto sul territorio nazionale sloveno in Italia e Jugoslavia ma ha studiato a Zagabria e poi ha vissuto a Venezia e Parigi.

E così troviamo scritto che Mušic è un artista sloveno, italiano, jugoslavo, croato, francese e persino austriaco. Ma le arti figurative non usano le parole bensì un linguaggio universale. Raccontano storie, esprimono ed evocano emozioni, innescano pensieri. Toccano tutti. In questa mostra gli artisti selezionati provengono dal territorio dell'Italia odierna, sono cittadini italiani, cioè artisti italiani, ma sloveni di nascita quindi anche artisti sloveni. Della loro arte siamo orgogliosi entrambi. Alla fine, però, ciò che conta di più è come essi stessi si sentono (riguardo all'appartenenza). Più in generale, si tratta di artisti europei provenienti da un'area geografica situata a est della parte settentrionale del mare Adriatico.

Appartengono a tutti. Gli artisti che sono presenti alla mostra con le loro opere sono: Avgust Cernigoj, Bogdan Grom, Matjaž Hmeljak, Zora Koren Skerk, Marjan Kravos, Anton Zoran Mušic, Klavdij Palcic, Claudia Raza, Jan Sedmak, Lojze Spacal, Franc Vecchiet, Edvard Zajec e Ivan Žerjal. La mostra parte dalla collaborazione di artisti italiani con il Centro Internazionale di Arti Grafiche di Lubiana (di seguito MGLC); come partecipanti alla Biennale Internazionale di Arti Grafiche1 (ancora prima del 2000 oltre 250 di loro provenivano dall'Italia, tra questi ne ho scelti nove di discendenza slovena), molti sono stati inclusi nelle collezioni grafiche del MGLC e cinque dei selezionati hanno lavorato nei laboratori grafici del MGLC che sono a disposizione di artisti nostrani e stranieri.

Questa selezione di artisti grafici di origine slovena è stata da me integrata e completata con alcuni artisti che hanno lavorato nel periodo da dopo la seconda guerra mondiale fino ad oggi e che si sono occupati di grafica molto intensamente e senza interruzioni da poter parlare di interi opus grafici; purtroppo non tutti sono inclusi nella mostra. Gli artisti grafici di origine slovena provenienti dall'Italia rappresentano un'importante percentuali tra gli artisti italiani e sloveni, alcuni di loro sono ai vertici della creazione grafica artistica sia slovena che italiana ma anche europea e mondiale. Nel periodo intorno alla seconda guerra mondiale, gli artisti sloveni dall'Italia presenti alla mostra, sono stati lasciati all'influenza dello spazio artistico italiano e delle correnti occidentali, ma l'appartenenza alla comunità slovena e al Litorale sloveno natio hanno lasciato in loro un segno indelebile.

Perlopiù hanno studiato in Italia, alcuni in scuole tedesche, ma nel dopoguerra molti si sono perfezionati e hanno acquisito ulteriori conoscenze sotto la guida di altri artisti residenti in Italia o presso istituti di educazione artistica in Slovenia. Se guardiamo alla mostra dal punto di vista della tecnica grafica, questa presenta sia tecniche grafiche classiche (incisione su linoleum, xilografia, litografia, acqueforti, serigrafia ecc. oltre a varie tecniche sperimentali) sia tecniche grafiche moderne. Inizialmente vengono presentati gli artisti più affermati e influenti. Lojze Spacal con le sue serigrafie di motivi carsici, è stato presente diverse volte alla Biennale di Venezia ed è stato tra i promotori della Biennale internazionale di arti grafiche di Lubiana.

Avgust Cernigoj, artista poliedrico, che qui è presente con le sue opere costruttiviste, è stato un avanguardista dell'arte slovena, che ha insegnato e indirizzato molti giovani artisti di diverse generazioni e ha influenzato in modo significativo lo sviluppo delle belle arti. Bogdan Grom ed Edvard Zajec si sono affermati in America. Bogdan Grom è presentato con le litografie dei motivi del suo Carso impresse in America e una serigrafia con motivi carsici astratti eseguita nei laboratori del MGLC. Edvard Zajec è invece presente con litografie e le prime grafiche al computer stampate su plotter al mondo. Anton Zoran Mušic, che è un artista universale (pan)europeo, si presenta con litografie dominate da motivi dalmati e paesaggi italiani.

Tutti e cinque hanno utilizzato tecniche grafiche classiche, a loro hanno fatto seguito: Klavdij Palcic, le cui serigrafie, come la pittura, gli permettono di combinare alla pari la figura appena accennata e gli elementi spaziali; Clavdia Raza, con motivi carsici e figure nella tecnica del carborundum; Franc Vecchiet con grafiche in varie tecniche ed epoche, che dimostrano la continuità della sua vasta opera grafica, spesso concettuale; Marjan Kravos, le cui grafiche in acquaforte e acquatinta esplorano la relazione tra figure geometriche rigide in spazi delimitati o viceversa, il rapporto di figure morbide in spazi delimitati. Seguono le nature morte di Zora Koren Skerk in acquaforte a colori con stampa calcografica e serigrafia.

Le moderne tecniche grafiche, che includono altre forme d'arte e tecnologia, includono la grafica pionieristica al computer di Edvard Zajec, che ha spianato la strada a nuove, moderne tecniche grafiche che confinano con la fotografia, la pittura e persino con la scultura poiché il processo creativo di un'opera d'arte che di solito può terminare con la stampa in una o più copie, include anche questi generi artistici e l'uso della tecnologia informatica sia per creare che per »stampare«. Così è nata la fotografia scattata digitalmente ed elaborata al computer, che viene stampata con stampante, come pure la fotografia scattata e sviluppata / stampata digitalmente, che viene poi trasferita su un altro supporto con la tecnica del transfer e tavolta rifinita e colorata a mano (Ivan Žerjal).

Qui possiamo includere anche l'oggetto tridimensionale progettato e disegnato al computer e stampato con stampante 3D e l'immagine o l'illustrazione creata dall'artista su computer con mouse, tramite programmi con »pennelli« e »penne« speciali (Jan Sedmak), ma anche altre opere create dall'artista programmando un software di disegno automatico che crea e disegna innumerevoli immagini, mentre l'artista imposta e corregge strada facendo le funzioni e le variabili del programma, cambiando così le immagini create e scegliendo le migliori per la stampa (Matjaž Hmeljak). Gli artisti sono presentati solo con poche opere dal loro ricchissimo opus e per questo la mostra può apparire piuttosto modesta e incompleta mentre cerca di catturare quella parte del lavoro degli artisti che è stata realizzata nei laboratori grafici del MGLC.

Laddove non è stato possibile ottenere tali opere, gli artisti vengono presentati con le loro opere più rappresentative o con una combinazione delle due. Ritengo che il contenuto e la diversità tecnica delle opere esposte siano un vantaggio piuttosto che uno svantaggio, in quanto ciò arricchisce questa mostra anche se lo spettatore potrebbe avere l'impressione che l'allestimento sia disomogeneo e troppo diversificato. Non dobbiamo dimenticare, che questa è una presentazione di artisti che hanno creato in periodi diversi, in diversi generi e tecniche grafiche, sotto diverse influenze e in diverse condizioni tecniche. Nella loro creazione sono stati guidati da approcci e obiettivi diversi, hanno affrontato argomenti diversi o semplicemente hanno esplorato le capacità della grafica come mezzo creativo abbandonandosi alla sperimentazione.



La grafica d'arte degli Sloveni d'Italia

di Denis Volk (traduzione di Katja Voncina)

* Presentazione per la mostra "L'Arte grafica degli Sloveni in Italia | Grafika Slovencev v Italiji", al Centro Culturale / Kulturni center Lojze Bratuž (04-31 dicembre 2020)

L'arte figurativa riunisce in sé diversi generi artistici, uno dei quali è senza dubbio la grafica, la cui caratteristica principale è la possibilità di riprodurre, quindi stampare in più copie una stessa opera artistica. Il primo obiettivo di questa mostra è la presentazione delle opere grafiche di artiste e artisti; tuttavia la stessa mostra può essere osservata da più punti di vista. Innanzi tutto si tratta della presentazione soltanto dei più significativi grafici e grafiche di origine slovena appartenenti a questa area territoriale e Italia, che sono stati attivi nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri e che si siano dedicati con continuità e in modo intenso alla grafica durante la propria carriera creativa e artistica, ragione per cui è lecito parlare di raccolte di opere grafiche di singoli artisti o singole artiste. Di artisti sloveni in Italia che si dedichino anche alla grafica ce n'è sicuramente molti di più.

La mostra vuole essere nello stesso tempo una presentazione della principale istituzione grafica slovena, il Centro internazionale di arte figurativa grafica di Lubiana (nel prosieguo: MGLC) e delle sue attività: espositive - in collaborazione con la Biennale internazionale di grafica1, museali (poiché produce e custodisce diverse collezioni di materiale grafico che sono di rilevanza nazionale), formative con l'organizzazione di laboratori e presentazioni delle proprie attività, ma anche creative, mediante l'attività di creazione nei laboratori di grafica che sono a disposizione degli artisti locali e di quelli residenziali, cose che fra l'altro rientrano tra le attività dell'istituzione. Entrambi gli aspetti peraltro trovano il loro punto d'incontro nella collaborazione delle grafiche e dei grafici sloveni d'Italia con il MGLC, che ha permesso loro di lavorare nei propri (del MGLC) laboratori, partecipare alle Biennali di grafica, esporre i propri lavori con il suo patrocinio oppure essere inclusi nelle collezioni di opere grafiche di questa istituzione.

Se si osserva la mostra dal punto di vista della tecnica grafica, si noterà che vi sono esposte sia opere eseguite con tecniche grafiche classiche (linoleografia, xilografia, litografia, acqueforti, serigrafie e altre, ma anche diverse tecniche sperimentali e libri d'artista) sia lavori eseguiti con tecniche grafiche moderne che comprendono altri generi figurativi e una diversa tecnologia; in quest'ultimo gruppo rientra la pionieristica grafica computerizzata di Edvard Zajec, che ha rappresentato la base per più nuove/moderne tecniche grafiche, che confinano già col mondo della fotografia, della pittura e addirittura della scultura, dato che il processo di creazione di un'opera d'arte, che solitamente si può concludere con la riproduzione della stessa in una o più copie, include pure questi generi artistici e l'uso delle tecnologie digitali tanto per la creazione quanto per la "stampa".

Così hanno avuto origine la fotografia scattata in digitale e poi rielaborata con l'uso di un programma informatico e infine stampata con la stampante, e l'immagine scattata in digitale e sviluppata/stampata ed in seguito trasferita su un'altro supporto mediante stampa e talora rifinita a mano con l'uso di colori (Ivan Žerjal). Qui si possono annoverare anche quegli oggetti tridimensionali concepiti e modellati al computer, stampati con stampante 3D, oppure quelle immagini o illustrazioni elaborate al computer con il mouse e mediante l'uso di speciali "pennelli" e "penne" con l'ausilio di un programma di disegno digitale (Jan Sedmak), fino ad arrivare al punto in cui l'artista compila da sé un programma digitale che funziona automaticamente e concepisce e crea autonomamente un numero infinito di immagini, mentre l'artista "in corso d'opera" regola e corregge le funzioni e le variabili del programma, seleziona le immagini più opportune e le stampa (Matjaž Hmeljak).

I grafici e le grafiche italiani di origine slovena costituiscono una grande e importante parte di tutti i grafici sloveni, alcuni di loro occupano addirittura posizioni di vertice nell'ambito dell'arte grafica slovena e sono importanti sia nel contesto dell'arte figurativa slovena sia nel contesto di quella italiana, ma anche, in senso più ampio, in un contesto europeo o mondiale. Lojze Spacal partecipò più volte alla Biennale di Venezia; Avgust Cernigoj, artista versatile e multiforme, antesignano dell'arte d'avanguardia slovena, fu maestro di numerosi giovani artisti di diverse generazioni, che da lui furono guidati e indirizzati, ed esercitò un significativo influsso sugli sviluppi dell'arte figurativa slovena. Edvard Zajec è un pioniere della computer grafica a livello mondiale, Anton Zoran Mušic non è un artista né solamente sloveno né solamente italiano o francese, ma è un artista (pan)europeo.

Le artiste e gli artisti sloveni d'Italia presenti alla mostra erano stati, nel periodo intorno alla seconda guerra mondiale, abbandonati agli influssi dell'ambiente artistico italiano e delle tendenze artistiche occidentali, e spesso soffocati nella loro slovenità, ragione per cui l'appartenenza alla comunità slovena e l'attaccamento alla propria terra d'origine, la Primorska, lasciarono in loro tutti una forte impronta. Per la maggior parte studiarono in Italia, ma nel dopoguerra molti perfezionarono i propri saperi, acquisendone di nuovi sotto la guida di altri artisti sloveni residenti in Italia o presso le istituzioni di formazione artistica in Slovenia. La creazione grafica in ambiente sloveno dopo il 1950 ruota soprattutto intorno al MGLC, la principale istituzione che in Slovenia provvede in modo organizzato e programmatico alla creatività grafica e si occupa esclusivamente di questo mezzo espressivo.

Gli influssi dell'istituzione coprono l'intera area linguistica slovena e sono importanti anche per le grafiche ed i grafici sloveni d'Italia, in particolare per quelli che hanno collaborato con il MGLC e realizzato le proprie creazioni artistiche nei laboratori dello stesso ente. Il MGLC infatti mette i propri laboratori e le proprie potenzialità di stampa a disposizione di tutti gli artisti e le artiste nazionali e stranieri, anche residenziali, permettendo loro di creare le proprie opere grafiche sulla base di uno schema già rifinito. Le potenzialità tecniche dei laboratori consentono anche di fare ricerca sul mezzo espressivo grafico ovvero sulle tecniche e sui materiali, nonché compiere ulteriori sperimentazioni.

La funzione museale del MGLC consiste nel suo realizzare e custodire molteplici collezioni di materiale grafico, nel cui novero rientrano le raccolte di grafiche e di libri d'artista che sono stati realizzati soprattutto dopo la seconda guerra mondiale ed hanno lo status di bene nazionale. L'istituzione incentiva la creatività grafica anche mediante l'organizzazione di mostre di grafica di autori nazionali ed internazionali. Di ciascuna autrice e di ciascun autore sono esposte solo alcune opere, selezionate tra le molte che costituiscono l'opus degli autori e per questa ragione la mostra appare alquanto modesta e incompleta, ma nello stesso tempo tenta di cogliere quel segmento dell'attività di autrici e autori che è stato realizzato nei laboratori del MGLC.

Nel caso in cui non sia stato possibile esporre le opere di questo tipo, si è provveduto a presentare alcune delle artiste e alcuni degli artisti mediante le opere più rappresentative del loro opus o in maniera combinata. Ritengo che la varietà contenutistica e tecnica delle opere esposte sia più un pregio che un difetto e la mostra infatti ne risulta arricchita, anche se il visitatore potrebbe avere l'impressione che la disposizione delle opere sia disomogenea e troppo dispersiva. Non dobbiamo dimenticare che si tratta di artisti che hanno operato in periodi diversi, in diversi sottogeneri grafici e con diverse tecniche, sotto diversi influssi e in diverse condizioni tecniche. Questi artisti hanno avuto diversi approcci al processo creativo e diverse finalità, affrontando temi diversi o limitandosi a esplorare le potenzialità della grafica come mezzo espressivo artistico ovvero abbandonandosi alla sperimentazione.

Una gran parte delle opere esposte è frutto della collaborazione di artiste e artisti col MGLC e proviene dalle collezioni di questo ente. Tutte le rimanenti opere sono invece di proprietà degli autori o di collezionisti privati, che hanno dato in prestito le opere per la mostra. Da quanto fin qui esposto si può evincere che gli artisti, sebbene vivano e operino all'estero, sono in stretto rapporto con l'ambiente sloveno e con le istituzioni slovene.

Nonostante l'arte grafica non richieda l'uso della lingua slovena, parlata o scritta che sia, è pur tuttavia vero che le opere di questi artisti valgono a integrare significativamente lo spazio culturale sloveno e rappresentano una parte della coscienza nazionale slovena. Gli artisti presenti con le proprie opere alla mostra sono: Avgust Cernigoj, Bogdan Grom, Matjaž Hmeljak, Zora Koren Skerk, Marjan Kravos, Anton Zoran Mušic, Klavdij Palcic, Claudia Raza, Jan Sedmak, Lojze Spacal, Franco Vecchiet, Edvard Zajec, Boris Zulian e Ivan Žerjal.



- Sandi Renko, di Giovanni Granzotto
- Artista - Designer, di Denis Volk
- La creazione artistica e la e ricerca, di Denis Volk
Presentazioni

Sea by the City | Morje ob Mestu (Mostra, 2018)

Grafica Slovena in Italia / Slovenska Grafika v Italiji (Mostra, 2017)

Premio Darko Bratina. Sette giornate di proiezioni e incontri tra Italia e Slovenia dedicate al regista croato Dalibor Matanic

Kaja Avberšek e Stefano Ricci (Mostra su fumetti e animazione, 2014)

Artisti sloveni (Mostra, 2008)



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