Julianos Kattinis

di Helene Paraskeva

Dal mese di ottobre 2008, Julianos Kattinis espone le sue litografie nella nuova Galleria d'Arte e di eventi, "Art's Moment" di Massimiliano Callari, in via Belisario 11, nel quartiere sallustiano di Roma. L'arte di Julianos è come il mare, imprevedibile e travolgente, a volte familiare come il cortile dei primi giochi d'infanzia, a volte distante e misteriosa come un monumento etrusco, a volte sfidante come la teoria quantistica e gli spettri atomici. "Io sono un greco antico." Dichiara Kattinis e sicuramente non si riferisce ai suoi indomiti 74 anni, bensì all'antica tradizione trasmessa ai figli della diaspora ellenica nel Medio Oriente, come lui. Il pittore compie i primi studi a Damasco, Beirut e Gerusalemme e poco più che ventenne si stabilisce a Roma, dove frequenta l'Accademia delle Belle Arti.

In realtà, Kattinis non si stabilisce mai in nessun luogo e tempo, viaggia sempre sulla nave dove è nato. "Sono un viaggiatore cosmopolita." Si confessa. Nei suoi quadri si dischiudono la Storia, gli antichi miti, l'archetipo della Madre col Bambino, le Kore in un doppio inscindibile di Demetra e Persefone ma anche la tecnologia, dalla prima ruota all'elettronica, tutto passa davanti allo spettatore sulle onde dinamiche che attraversano la sua pittura. Infatti, il mare è dominante nell'arte di Kattinis. E qui, fra le ombre marine, c'è persino l'uovo cosmico, un mito antico proveniente dalla Mesopotamia, la culla di molte civiltà, che rappresenta il futuro dell'umanità.

Nell'arte di Julianos si concentrano la metafisica di De Chirico, la spontaneità di Theofilos Hadjimichael, pittore naif greco del primo Novecento, l'arte delle icone bizantine, gli impressionisti, e molto ancora. Kattinis è l'autore dell'opera monumentale Porte del Mediterraneo (1977, 4mx3,30m, olio su ferro) che si trova all'ingresso dello stadio della Vittoria di Bari e rappresenta la "porta" della Grecia nel mare Mediterraneo. Il pittore ha finora partecipato in più di 300 mostre nel mondo. "L'arte non è solo manualità, tecnica, esperienza. E' tutto questo ma anche molto di più, altrimenti sarebbe stata fotografia. L'arte è soprattutto intellettualità", afferma.

"Prospettiva spaziale" è stata definita l'arte di Kattinis: "Non é lo spettatore che entri nella mia pittura, bensì la pittura che entri nello spettatore." La religione, che occupa un posto particolare nella sua opera, assume una forma profondamente mistica. Per dipingere il viso severo di Gesù, Kattinis digiuna per giorni, come gli agiografi bizantini. Il pittore parla cinque lingue e si esprime in un linguaggio misto, un amalgama di lingue e culture differenti che lo hanno plasmato. E' multilingue anche la sua arte, "parla" in molti codici della sensibilità umana e li fonde in un insieme dall'impatto impetuoso e irresistibile.

Dipinto realizzato da Julianos Kattinis nella mostra di litografie Dipinto del pittore greco Julianos Kattinis in mostra a Roma Dipinto del pittore ellenico Julianos Kattinis


Julianos Kattinis
23 ottobre - fine gennaio 2009
Art's Moment - Roma



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Helene Paraskeva è autrice dei seguenti libri:
Nell'uovo cosmico (Recensione di Ninni Radicini al romanzo)

Meltèmi (Recensione alla raccolta di poesie)

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