Armenia: Mostre, Convegni, Libri

  • Libro: "Armenia. Arte, storia e itinerari della più antica nazione cristiana"
  • Andrea Ulivi. Della mia dolce Armenia

  • Armenia 2018. Soundlines of Contemporary Art
  • Naregatsi Folk Instruments Orchestra in Concerto
  • Dessaran Festival - Settimana della cultura armena

  • "Armenia. Una civiltà di frontiera"
  • I Gousan d'Armenia. Suoni e parole da Sayat Nova a oggi
  • Claudio Gobbi: Armenie Ville

  • Armenia. Impronte di una civiltà
  • Dvin: una Capitale Armena tra Europa ed Asia
  • Libro: "1915 - Cronaca di un genocidio"

  • Giornate della cultura armena in Italia
  • "Una tragedia che non ha parole". Campagna di sensibilizzazione a cura del Consiglio per la Comunità Armena di Roma
  • Van Leo: un fotografo armeno al Cairo | Armeni a Trieste fra Settecento e Novecento




  • Copertina libro Armenia Arte, storia e itinerari della più antica nazione cristiana Armenia
    Arte, storia e itinerari della più antica nazione cristiana


    Il volume è stato presentato il 17 maggio 2019
    www.comunitaarmena.it

    Ponte tra Asia ed Europa, l'Armenia è ancora oggi un Paese immeritatamente poco conosciuto. Solo negli ultimi anni il turismo ha cominciato a considerare anche questa nazione, le cui vicende hanno molto da insegnarci: in particolare l'ostinazione a rimanere legati alle proprie radici, linguistiche e religiose, ritenute indispensabilia mantenere un'identità di popolo, sfuggendo al pericolo dell'assimilazione.

    Questa guida vuole essere un aiuto a quanti decidono di compiere un viaggio sull'altopiano armeno, portandoli a comprendere un aspetto fondamentale di questa cultura: l'identità cristiana, coraggiosamente difesa in un ambiente in cui la pratica religiosa non è molta diffusa, soprattutto dopo la dominazione sovietica. Si sono pertanto volute privilegiare quelle informazioni che permettono al turista interessato di "capire" il popolo armeno e il suo patrimonio. A una parte introduttiva contenente elementi fondamentali di storia (con la triste pagina del genocidio), religione (la millenaria Chiesa armena e il monachesimo) e cultura (arte, architettura e lingua), fa seguito la descrizione dettagliata di oltre quaranta siti scelti oculatamente tra le decine che la piccolissima Armenia offre. (Comunicato stampa)




    Locandina della mostra Della mia dolce Armenia di Andrea Ulivi Andrea Ulivi
    Della mia dolce Armenia


    termina lo 09 marzo 2019
    Lo Spazio di via dell'Ospizio - Pistoia

    Una serie di immagini in bianco e nero, quelle di Andrea Ulivi, che hanno come tema l'Armenia. La mostra comprende circa quaranta fotografie scattate dal 2009 al 2014. Già durante il primo viaggio, che il fotografo ed editore ha compiuto in Armenia nel 2008, è sbocciato un amore incondizionato, permettendo al suo obbiettivo interrogante di indagare quei luoghi e offrirsi all'anima di quel popolo. Essenzialmente sono due i grandi temi toccati: la vita di un popolo antichissimo e i luoghi a questo popolo sacri, i luoghi che hanno costituito la sua identità, la sua "armenità", la sua spiritualità che affonda le proprie radici nel 301, quando il re dell'allora Grande Armenia, Tiridate III, convertito da san Gregorio l'Illuminatore, dichiarò il Cristianesimo religione di Stato.

    Nell'altopiano armeno fioriscono isolati edifici di culto e monasteri, che, come pietre preziose, si ergono dall'aridità del suolo, duro, difficile, assolato, inondato da una luce abbagliante che questi monasteri e piccole chiese, spesso di pietra chiara, rilucono e conservano nell'oscurità del loro ventre, intatta, per poi restituirla come luce mistica. L'altro tema è il popolo e la sua identità; gli armeni, con i loro volti gioiosi e tristi, gravi e carichi di senso, un senso millenario, il senso di una genealogia che li ha resi saldi di fronte alle traversie, alla povertà e alle persecuzioni. Molti se ne sono andati formando una delle più importanti diaspore che la storia del mondo ha conosciuto, molti sono rimasti e altri sono tornati in questo nuovo Paese libero e finalmente indipendente, fieri e consapevoli del loro essere armeni, che neanche il "Grande Male", il genocidio del 1915, è riuscito a estinguere.

    Andrea Ulivi (Firenze, 1960), fotografo, editore e docente, insegna Fondamenti di editoria e Tecniche redazionali presso la Scuola di Editoria di Firenze ed è stato docente incaricato di Fotografia, cinema e televisione presso la Facoltà di Architettura di Siracusa. Nel 1998 fonda a Firenze la casa editrice Edizioni della Meridiana. In campo fotografico ha realizzato varie mostre personali tra cui «Zona Tarkovskij», «San Miniato. Una porta di speranza», «Luce armena», «Della mia dolce Armenia», oltre ai volumi Nel bianco giorno, Luce armena, Il verde e la roccia, Eye Flow, Tracce di vita nel silenzio. L'antico carcere delle Murate di Firenze, con Marcello Fara, e, con i testi di Lorenzo Bertolani, La speranza è la certezza. Ha esposto le sue opere fotografiche in Italia, Armenia, Europa, Stati Uniti. E' curatore per l'Italia degli scritti del regista Andrej Tarkovskij facendo parte dell'omonimo Istituto. E' fotografo di scena per la Compagnia Versiliadanza e per il Teatro Cantiere Florida di Firenze. Ha scritto saggi di fotografia, letteratura e cinema. (Comunicato stampa)



    International Contemporary Art Exhibition
    Armenia 2018. Soundlines of Contemporary Art


    Yerevan, 25 settembre - 25 ottobre 2018
    www.icaearmenia.org

    In occasione del centesimo anniversario della nascita della Repubblica armena, Yerevan apre le porte all'arte contemporanea con la mostra che coinvolge tutta la capitale attraverso l'esposizione di oltre cinquanta artisti internazionali in sette prestigiose sedi. Si tratta della prima manifestazione di arte contemporanea a Yerevan che unisce tutti i mezzi espressivi - pittura, scultura, fotografia, video, installazione - e che mette in dialogo un gran numero di artisti provenienti da ogni parte del mondo, invitati a realizzare le opere in situ e contestualmente a tenere dei workshop con gli studenti delle accademie. L'obiettivo è infatti coinvolgere il più possibile il territorio, renderlo partecipe del dibattito artistico ed evidenziarne la vocazione allo scambio culturale.

    Per questo motivo si estende alla città con una diffusione capillare nei maggiori luoghi dediti alla cultura: Armenian Center for Contemporary Experimental Art, Aram Kachaturian Museum, Cafesijan Center for the Arts, Hayart Cultural Center, Artists' Union of Armenia, A. Spendiaryan Opera and Ballet National Academic Theater, Armenian General Benevolent Union. La mostra pone al centro dell'attenzione concetti chiave come l'interazione culturale, l'identità, la mobilità, la circolazione del pensiero, il confine come soglia reale e mentale che divide e consente allo stesso tempo lo scambio e il dialogo culturale.

    Questi importanti temi sono ripresi anche nel titolo Soundlines of Contemporary Art in cui il legame e la metafora con il suono sottolinea il potere della voce dell'arte. In maniera analoga a quanto avviene in un'orchestra in cui il suono del duduk, armeno, si integra perfettamente con gli altri strumenti, la rassegna intende rispecchiare una fusione culturale nella storia contemporanea e la scena globale in cui artisti armeni dialogano con quelli di altri Paesi.

    L'esposizione evidenzia una rete di nuove espressioni che derivano dall'immaginario degli artisti, i quali filtrano il mondo attraverso la loro identità e il proprio background sociale e realizzano immagini che vivono in risonanza o dissonanza con le opere di artisti provenienti da un capo all'altro del globo, in una connessione vibrante. L'evento comprende il "Progetto Open Sounds of Contemporary Art" realizzato attraverso una open call con application online, selezionata successivamente dai curatori e cha ha dato esito all'esposizione presso l'importante sede Artists' Union of Armenia. Inoltre una sezione intitolata Educational propone diversi workshop in alcuni dei principali istituti armeni tra cui il Tumo Center of Creative Technologies, il Terlemezyan Institute, State Fine Art Academy. Accompagna la mostra un catalogo in due volumi, edito da Manfredi Edizioni. (Estratto da comunicato stampa IBC Irma Bianchi Communication)



    La Naregatsi Folk Instruments Orchestra Naregatsi Folk Instruments Orchestra in Concerto
    10 settembre 2018, ore 19.00 (ingresso gratuito)
    Chiesa Armena di San Nicola da Tolentino - Roma
    www.comunitaarmena.it

    Per la prima volta in Italia, l'Orchestra Naregatsi si ispira all'antica eredità dell'Armenia attraverso la musica, collegando il passato e il presente per coltivare il futuro, in quanto mira a promuovere la conservazione e lo sviluppo della cultura nazionale armena. (Comunicato stampa)



    Locandina del Dessaran Festival Settimana della Cultura Armena Dessaran Festival - Settimana della cultura armena
    Padova, 09-15 novembre 2016

    Dessaran: in armeno, l'orizzonte, il confine di ciò che vedi.
    Armenia: un centro irradiante, da cui si sono diramate tante strade del mondo.

    In questa settimana di eventi - che vanno dall'atteso concerto della corale armena AKN di Parigi alla prima presentazione assoluta del vino prodotto in Italia da vitigni della valle dell'Ararat - vorremmo proprio esplorare orizzonti: non limitandoci solo a quelli dell'antichissima cultura armena, ma anche toccando le tante civiltà che ad essa si sono intrecciate nei millenni della sua esistenza. Tanti orizzonti diversi, ma anche nessun orizzonte definito ed escludente, in uno scambio fruttuoso e allegro di saperi, cognizioni, suggestioni antiche e moderne: una rassegna che va dalla musica al canto sacro, dai reportage fotografici alla graphic novel, da un reading di parole e musica al recente film Un tocco di zenzero senza dimenticare la raffinata cucina. Antonia Arslan, Direttore Artistico.

    Programma

    - 09 novembre
    .. ore 11, Liceo Scientifico "E.Fermi"
    .. ore 18, Libreria Laformadelibro

    Come il fumetto racconta la storia
    Paolo Cossi e Claudio Calia incontrano la "Graphic Novel", in collaborazione con Libreria Laformadelibro

    In occasione dell'apertura del Dessaran Festival doppio appuntamento con Paolo Cossi e Claudio Calia sul tema "Graphic novel e memoria storica". Un incontro dove Calia, autore e divulgatore del linguaggio del fumetto, stimolerà il celebre fumettista Cossi a raccontare, attraverso la realizzazione dal vivo di disegni a fumetti, come la graphic novel può narrare le vicende storiche.

    Paolo Cossi (Pordenone, 1980) è un affermato fumettista i cui libri sono stati tradotti in diversi paesi europei oltre che in Corea e Stati Uniti. Vincitore del premio Diagonale in Belgio come miglior autore straniero, nel 2009 ha ricevuto dal parlamento della comunità francese del Belgio il premio Condorcet Aron per la democrazia (la prima volta che questo premio viene assegnato ad un fumetto). Tra le sue numerose pubblicazioni il romanzo a fumetti Medz Yeghern, il Grande Male dedicato alla storia del genocidio del popolo armeno. Sempre dedicato all'Armenia il fumetto Ararat. La montagna del mistero (Hazard, 2011)

    Claudio Calia (Treviso, 1976) affianca all'attività di autore quella di divulgatore del linguaggio del fumetto, organizzando eventi, incontri, dibattiti e corsi. Il suo ultimo libro è Leggere i fumetti (BeccoGiallo, 2016).

    - 10 novembre
    .. ore 18.30, Sala Rossini Caffè Pedrocchi

    Dalle ricette armene ai vitigni della valle dell'Ararat
    Incontro-degustazione a cura di Verjin Manoukian in collaborazione con Veneto Suoni e Sapori

    La cucina armena può essere considerata la più antica delle cucine Medio Orientali. Le sue ricette sono di lunga tradizione, nate dall'amore di un popolo per la sua terra. Da sempre le donne armene hanno sviluppato la capacità di utilizzare ciascun cereale, legume, frutto o prodotto dell'allevamento con precisa attenzione, combinando sapientemente le loro qualità, sapori e aromi per ottenere piatti gustosi e raffinati e, allo stesso tempo, salutari. Lo storico Caffè Pedrocchi farà da cornice all'incontro "Dalle ricette armene ai vitigni della valle dell'Ararat", un viaggio alla scoperta di sapori e profumi di una terra ricca di storia e tradizione a cura di Verjin Manoukian in collaborazione con Veneto Suoni e Sapori.

    - 11 novembre
    .. ore 21.15, Sala Carmeli

    Sonorizzazione di immagini dell'Armenia dei fotografi Antonella Monzoni e Norayr Kasper
    Musiche dal vivo di Maurizio Camardi (sassofoni, duduk, flauti etnici, elettronica) in collaborazione con Scuola di Musica Gershwin

    Le musiche originali di Maurizio Camardi condurranno il pubblico nelle atmosfere tipicamente armene del lavoro fotografico di Antonella Monzoni e Norayr Kasper. Un omaggio a un popolo e a un Paese che hanno visto nel corso della propria storia un continuo alternarsi di drammi, tragedie e rinascite. Le straordinarie immagini di due tra i più autorevoli fotoreporter in campo internazionale verranno sonorizzate dai fiati di Camardi con uno speciale montaggio creato per l'occasione da Paolo Valentini. Maurizio Camardi suona vari sassofoni e flauti etnici. Nella sua trentennale carriera ha collaborato con grandi cantanti e musicisti, dal jazz (Paolo Fresu, Stefano Battaglia, Enrico Rava) alla musica d'autore (Ricky Gianco, Robert Wyatt, Antonella Ruggiero). Ha al suo attivo undici CD a proprio nome e numerose altre collaborazioni discografiche.

    Norayr Kasper artista visuale canadese di origine armena. Ha studiato fotografia e architettura allo IUAV di Venezia e si è laureato in produzione cinematografica e cinema a Montreal (Concordia University, 1990). La sua opera comprende fotografia artistica, film d'arte, direzione di fotografia di oltre 30 pellicole cinematografiche e televisive e installazioni d'arte contemporanea, esponendo anche alla Biennale d'Arte di Venezia. Antonella Monzoni, autrice del reportage Ferita Armena, pratica una fotografia di reportage profondamente umanista, concentrata sulla assimilazione culturale del ricordo, sui simboli e sui luoghi della memoria come tracce di appartenenza.

    - 12 novembre
    .. ore 19, Casa di Cristallo
    Proiezione del film "Un tocco di zenzero" di Tassos Boumetis (Grecia, 2003) Introduzione musicale a cura di Claudio Fanton (duduk), in collaborazione con Casa di Cristallo e Associazione Italia-Armenia

    La Casa di Cristallo - da diversi una delle voci più attive in Italia per la divulgazione della cultura e della storia del popolo armeno - apre le sue porte a chiunque voglia avvicinarsi alla cultura armena, incontrando i protagonisti del Dessaran Festival. Ad introdurre la serata le composizioni originali eseguite dal M° Claudio Fanton al duduk, strumento a fiato tradizionale armeno dalle sonorità inconfondibili. A seguire la proiezione del film Un tocco di zenzero di Tassos Boulmetis. Diviso in tre portate principali con un antipasto-cornice, un piatto forte a base di memoria e un dessert sulle conseguenze di quest'ultima, è un film che affronta il rapporto tra un uomo maturo (il nonno Vassilis) e il nipote Fanis, uniti dalla grande passione che il primo trasmette al secondo per l'utilizzo delle spezie in cucina, intese soprattutto come metafora del giusto atteggiamento da tenere nell'affrontare i problemi della vita.

    - 13 novembre

    .. ore 11, Teatro Verdi Sala Ridotto
    Matinée al Teatro Verdi
    Reading tra parole e musica con la scrittrice Antonia Arslan e la violinista Sonig Tchakerian, in collaborazione con Associazione Play e Veneto Suoni e Sapori

    La giornata di chiusura del Dessaran Festival si apre con un incontro d'eccezione: la scrittrice Antonia Arslan, direttrice artistica del Festival, sarà protagonista di un reading al Ridotto del Teatro Verdi insieme alle musiche dal vivo di Sonig Tchakerian, acclamata violinista di origine armena. Unite dalla comune passione del racconto e dall'amore per la cultura della propria terra, Antonia e Sonig non sono nuove a collaborazioni dal vivo e condurranno il pubblico in un viaggio tra parole e musica tra i paesaggi dell'Armenia anatolica, lungo le rotte del Mediterraneo e oltre, raccontando storie di donne, uomini, luoghi reali e immaginari tra passato, presente e futuro.

    Antonia Arslan, padovana di origine armena, ha insegnato per molti anni Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Padova. Ha ritrovato le sue radici armene traducendo Il canto del pane e Mari di grano di Daniel Varujan e scrivendo i best seller La masseria delle allodole (2004, tradotto in venti lingue e reso in film dai fratelli Taviani) e La strada di Smirne (2009). Nel 2012 è uscito Il libro di Mush, la storia di due donne che, durante il genocidio, salvano un prezioso manoscritto. Nel marzo 2015 pubblica il terzo volume della serie armena, Il rumore delle perle di legno.

    Sonig Tchakerian, violinista di origine armena, ha iniziato a imporsi con l'archetto sotto la guida del padre e ha potuto studiare con grandi maestri diversissimi come Guglielmo, Accardo e Milstein. Ha creato esperienze intense e coraggiose alle Settimane Musicali al Teatro Olimpico, dove è responsabile artistico dei progetti di musica da camera, ed è docente di violino nell'ambito dei corsi di perfezionamento dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma. Suona un magnifico G. Gagliano (Napoli 1760). E' artista poliedrica che spazia dalla musica classica ad incontri con il jazz e si dedica da sempre alla riscoperta delle origini armene.

    .. ore 18.30, Chiesa di San Gaetano
    Canti liturgici armeni
    Gran concerto della Corale Armena "AKN" di Parigi diretta da Aram Kerovpyan in collaborazione con Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena di Venezia

    Evento di chiusura del Festival sarà il concerto, in prima assoluta a Padova, della Corale Akn di Parigi, diretta da Aram Kerovpyan, autorevole interprete e studioso del canto liturgico armeno.La Corale Akn (Akn in Armeno classico significa occhio ma la parola esprime anche altri significati come speranza, sorgente, il centro della croce) è una corale mista, formata da un numero variabile di cantori fino a un massimo di 16 e si prefigge lo scopo di salvaguardare e sviluppare l'interpretazione del canto liturgico armeno tradizionale. Le sue esecuzioni si basano sulle ricerche musicologiche che il suo fondatore e direttore, Aram Kerovpyan, svolge da circa 20 anni.

    La corale Akn interpreta tutti i generi del canto liturgico armeno, in particolare gli sharakan (inni, tropi), che nel repertorio tradizionale costituiscono il corpus più vasto. Fanno parte del repertorio anche le salmodie recitative e ornate, i canti del Libro delle Ore e i canti melismatici. Aram Kerovpyan ha fondato a Parigi nel 1998 il Centro di Studi sul canto liturgico armeno. E' maestrocantore della Cattedrale armena Saint Jean-Baptiste di Parigi e membro dell'Ensemble di musica tradizionale armena Kotchnak. Fa parte della Société des études arméniennes (Francia) e della Society for Armenian Studies (Usa). (Comunicato stampa)



    Locandina del ciclo di incontri Armenia una civiltà di frontiera "Armenia. Una civiltà di frontiera"

    Ciclo di incontri
    05 novembre - 14 dicembre 2016, ore 17.30-19.00
    Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena - Venezia



    Programma

    .. 05 novembre 2016
    Presentazione del volume di Henry Barby, Nella Terra del Terrore - Il Martirio dell'Armenia, a cura di Carlo Coppola, LB Edizioni, Bari 2016.

    .. 09 novembre 2016
    Daniele Artoni (Università di Verona), Shushi e il Nagorno-Karabakh delle esploratrici: Carla Serena e Mme B. Chantre. Introduce Aldo Ferrari.

    .. 14 novembre 2016
    Sukrita Paul Kumar, Crossing Borders, Migrations and Exile: Literary Representations.

    .. 16 novembre 2016
    Presentazione dell'opera di Alexandre Siranossian, Les Métamorphoses de Tigrane. L'épopée Arménienne dans le théâtre classique et l'art lyrique, Ed. Sources d'Arménie, 2014 Lyon, France.

    23 novembre 2016
    Irina Marchesini (Università di Bologna), Arcipelago post-sovietico. Intersezioni letterarie tra Russia e Armenia. Introduce Aldo Ferrari.

    30 novembre 2016
    Presentazione del volume di Luca G. Manenti (Università di Trieste), Da Costantinopoli a Trieste, vita di Gregorio Ananian, medico e benefattore armeno, Biblion edizioni, Milano 2015. Introduce Aldo Ferrari.

    07 dicembre 2016
    Marco Ruffilli (Università di Ginevra), L'opera ritrattistica di Hakob e Aghathon Hovnathanian tra Caucaso, Russia e Persia. Introduce Aldo Ferrari.

    14 dicembre 2016
    Presentazione - proiezione del film/documentario "Singing in Exile" - Choeurs en Exil (Belgio, 62' - sottotitoli in italiano). (Comunicato della Comunità Armena di Roma)



    I Gousan d'Armenia
    Suoni e parole da Sayat Nova a oggi


    27 ottobre 2012, ore 17.30
    Auditorium Fondazione Bottari Lattes - Monforte d'Alba (Cuneo)
    www.fondazionebottarilattes.it - www.xeniaensemble.it

    Un viaggio a ritroso tra i suoni e le parole della musica armena, dai nostri giorni a Sayat Nova, il più celebre dei trovatori ("gousan") e poeti armeni del Settecento. Lo propongono i musicisti del Progetto Nor Arax (Ani Martirosyan, pianoforte; Maurizio Redegoso Kharitian, viola; Stefano Zanoli, attore) e Mkhitar Ketssyan (uno fra i più ricercati cantori armeni e musicista di kamantcha) per il festival EstOvest, organizzato dall'Associazione Xenia Ensemble. Il programma dedicato alle sonorità armene è diviso in due parti.

    La prima parte spazia dal padre della musica armena, Komitas, agli autori più rappresentativi della musica del XX e XXI secolo, come Aram Khatchaturian, Robert Andriassian, Arno Badadjanian, Hampartzoum Limondjian, fino al giovane compositore armeno Hovik Sardaryan, vincitore del concorso EstOvest 2012, al quale è stata affidata un'opera per viola e pianoforte ispirata ai temi dell'illustre trovatore. Questo repertorio musicale si mescola alla voce poetica della letteratura armena, una lingua arcaica che nel secolo scorso ha dato espressione al dolore e alla speranza di un popolo. Nelle opere di Osip Mandel'stam, Elise Ciarenz e Daniel Varujan si racchiude una panoramica di autori del ‘900 che proietta anche uno sguardo verso il canto cortese di Sayat Nova.

    La seconda parte è interamente rivolta a Sayat Nova (1712-1795): il principe dei "Gusan" o "Ashik", i trovatori armeni. È l'autore di un migliaio di opere letterarie (oggi ne rimangono solo 220, per lo più poesie), scritte in varie lingue: azero, armeno, persiano e georgiano. Sayat Nova è quasi sempre raffigurato con il kamantcha, strumento tipico di derivazione iraniana ma diffuso in tutta l'area caucasica e mediorientale. L'arte dei Gusan - trasmessa da maestro ad allievo tramite un lungo insegnamento orale ed individuale - è stata appresa anche da Mikhitar Ketssyan, fra i solisti più ricercati al mondo e fra i pochi ad incarnare il doppio ruolo di cantore e strumentista.

    Musiche di:

    Babà Hampartzoum Limondjian (1768-1839), "Melodia sacra tradizionale della Chiesa Armena per il Venerdì Santo secondo l'uso dei Padri Mechitaristi del Monastero di San Lazzaro degli Armeni a Venezia", viola sola;
    Aram Khatchaturian (1903-1978), Sonata per viola sola (estratti);
    Arno Babadjianian (1921-1983), "Poema", "Elegia", Pianoforte solo;
    Robert Andriassian (1912-1971), "È primavera", Pianoforte solo;
    Komitas (1869-1935), "Cinar Es", "Kele kele", "Krunk", Viola e pianoforte;
    Hampartzoum Berberian, "Oror", Viola e pianoforte;
    Sardaryan (1993), Vincitore concorso EstOvest 2012, Nuovo brano per viola e pianoforte.



    La Chiesa di Sevan in Armenia in una fotografia scattata da Claudio Gobbi Fotografia di Claudio Gobbi che ritrae la Chiesa di Yerevan in Armenia Claudio Gobbi: Armenie Ville
    02 febbraio - 17 marzo 2012
    Studio Guenzani - Milano
    www.studioguenzani.it

    Progetto di foto-installazione e libro d'artista tuttora in corso che raccoglie oltre 40 fotografie di chiese armene in 20 differenti paesi. Il progetto nasce durante una residenza effettuata dall'artista a Parigi presso la Citè Internationale des Arts nel 2007, in corrispondenza con l'Anno dell'Armenia in Francia. Claudio Gobbi espone 25 fotografie di piccolo formato (cm.24x30) che ritraggono chiese armene collocate in un flusso territoriale continuo che va dalla Francia al Caucaso e costruite in un arco temporale che dall'Alto Medioevo giunge ai giorni attuali.

    Le immagini, in parte realizzate personalmente, in parte collezionate nell'arco di quattro anni e provenienti da fonti diverse, evidenziano le peculiarità dell'architettura armena nell'essenzialità delle sue forme rimaste inalterate per oltre 1500 anni, a rappresentare un'eredità che sembra tramandarsi nello spazio e nel tempo senza soluzione di continuità. Eterno ponte tra l'Europa e l'Asia, primo paese cristiano al mondo e sconosciuta a molti, l'Armenia costituisce un naturale territorio di riflessione per l'artista che da anni è interessato ad studiare gli aspetti identitari e multiculturali del vecchio continente, la sua memoria collettiva, i suoi incerti confini culturali.

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    Immagini (da sinistra a destra):
    1. Armenia, Chiesa di Sevan, fotografia di Claudio Gobbi
    2. Armenia, Chiesa di Yerevan, fotografia di Claudio Gobbi



    Stele Khachkar di Sotk con croce incisa risalente al XV secolo esposta al Museo della Santa Sede di Echmiadzin a Erevan Libro del Vangelo in particolare il Manoscritto n.6290 risalente al XIII secolo esposto al museo Matenadaran di Erevan Dipinto a olio su tela di cm 128x218 denominato Discesa di Noè dal Monte Ararat realizzato da Ivan Aivazovskij nel 1889 esposto alla Galleria Nazionale dell'Armenia di Erevan Reliquiario con frammento dell'Arca di Noè realizzato nel 1698 in argento dorato di cm 26x51x6 presso il Museo catolicosale di Echmiadzin Armenia. Impronte di una civiltà
    termina il 10 aprile 2012
    Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana - Venezia

    Una grande mostra dedicata alla civiltà armena sarà ospitata, in occasione del V Centenario della stampa a Venezia del primo libro in lingua armena (1512), nei più importanti siti museali della città. Curata da Gabriella Uluhogian, Boghos Levon Zekiyan e Vartan Karapetian, presenterà, in un percorso cronologico e tematico, oltre duecento opere provenienti dai principali musei e biblioteche dell'Armenia e dell'Europa, tra cui alcuni rarissimi manoscritti e miniature - opere eccezionalmente riunite in occasione della mostra veneziana - che daranno conto degli alti traguardi raggiunti dalla civiltà armena nel campo spirituale, artistico, architettonico, economico e del pensiero.

    Antiche stele con la croce incisa, miniature dai vivissimi colori, documenti di architettura sacra e preziosi reliquari, custoditi per secoli nella Santa Sede della Chiesa Armena Apostolica a Echmiadzin, si uniranno ai suoni delle terre armene, accompagnando il visitatore in uno straordinario viaggio dentro la civiltà di questo grande popolo, in uno arco temporale che dagli albori del Cristianesimo giunge fino al XIX secolo. Particolare attenzione sarà rivolta ai lunghi e fattivi rapporti degli armeni con le diverse culture dall'Europa e all'Estremo Oriente. La speciale relazione con la Serenissima sarà uno dei punti focali della mostra, una relazione secolare illustrata da documenti storici, manoscritti e opere d'arte, che racconteranno e spiegheranno al pubblico come si è sviluppata la presenza armena nella città lagunare e quali furono i rapporti politici, economici e culturali con Venezia.

    Nell'ultima sezione, grazie ai preziosi manoscritti, si apriranno scorci sulla scienza, la teologia, la filosofia, la storiografia e la letteratura. Una speciale sezione sarà dedicata alla pratica armena della stampa la cui data d'inizio risale al 1512: saranno esposti i migliori risultati dell'arte tipografica prodotti nella fitta rete delle colonie armene sparse in tutto il mondo. In questo speciale capitolo della mostra particolare importanza rivestirà la documentazione della gloriosa tradizione tipografica armeno-veneziana, portata all'apice della sua qualità dalla laboriosa e illuminata dedizione dei Padri Mechitaristi. L'esposizione non si chiuderà negli spazi museali.

    I visitatori potranno esplorare i luoghi armeni di Venezia, seguendo alcuni interessanti itinerari "disegnati" dai curatori, a partire dalla suggestiva isola di San Lazzaro, dove la sezione dedicata alla stampa e ai rapporti armeno-veneziani "traghetterà" al termine della Mostra presso il Museo della Congregazione Armena Mechitarista fino a fine estate 2012. Catalogo Skira-Milano, con contributi di insigni studiosi internazionali e della Scuola degli armenisti italiani. La mostra apre ufficialmente le celebrazioni giubilari, che troveranno svolgimento con un fitto programma culturale nella magnifica capitale armena Yerevan, città dichiarata dall'Unesco capitale mondiale del libro per l'anno 2012.

    "Giornate armene in Marciana"
    Ciclo d'incontri per approfondire singole tematiche della storia, dell'arte e della cultura armene.


    Antisala della Libreria Sansoviniana - Venezia
    .. 13 febbraio, "Mostra-re l'Armenia. Come?"

    L'architetto Alberto Torsello, che ha ideato e realizzato l'allestimento della mostra, illustrerà le tematiche legate alla progettazione in ambito espositivo. Introduzione di Vartan Karapetian, curatore della mostra (insieme a Boghos Levon Zekiyan e Gabriella Uluhogian). Quali i principi, i metodi, le soluzioni e i dubbi per allestire una mostra costruita negli spazi di tre istituzioni? (Museo Correr, Museo Archeologico, Biblioteca Nazionale Marciana).

    .. 15 febbraio, Venezia e gli Armeni
    Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia

    Una riflessione storica sulla presenza degli armeni a Venezia, dagli inizi della fondazione della colonia armena nel secolo XIII fino alla mostra ospitata nei musei di Piazza San Marco. Si seguiranno le tracce di mercanti, editori, inventori, interpreti e intellettuali per arrivare al cuore della comunita' armena tra Calle degli Armeni e il Monastero di San Lazzaro. (Comunicato Ufficio Fondazione Musei Civici di Venezia)

    Immagini (da sinistra a destra):
    1. Khachkar di Sotk, stele con croce incisa risalente al XV
    2. Vangelo risalente al XIII secolo
    3. Ivan Aivazovskij, Discesa di Noè dal Monte Ararat, olio su tela cm 128x218, 1889
    4. Reliquiario con frammento dell'Arca di Noè, argento dorato cm 26x51x6, 1698



    Dvin: una Capitale Armena tra Europa ed Asia
    termina il 29 gennaio 2012
    Museo di Roma
    www.museodiroma.it - www.zetema.it

    Una mostra che ripercorre la storia di Dvin, grande capitale nell'antica Armenia, importante città sulla strada che collegava l'Oriente e l'Occidente evidenziando le profonde stratificazioni culturali, attraverso l'esposizione di oltre quaranta reperti artistici: capitelli, sculture, tendaggi, ceramiche. E proprio l'arte della ceramica rese famosa l'Armenia medievale nel Medio Oriente, un'attività urbana che presumeva l'esistenza di grandi città, specialisti qualificati, laboratori e vasti mercati in cui vendere i manufatti. Utilizzando magistralmente ossidi di metalli diversi - specialmente cobalto - furono prodotti recipienti ad alto cromatismo e sfumature con prevalenza di motivi geometrici o vegetali, figure umane, animali e uccelli nonchè creazioni artistiche.

    Recipienti con sottili pareti bianco latte, azzurro cielo e turchese creati nelle botteghe artigiane di Dvin, Ani, Amberd, Garni e Armavir nel X-XI secolo si distinguono per la loro eccezionale finezza e la semplicità della decorazione. Dvin, tra le grandi e famose città dell'antica Armenia, era nel V secolo un grande centro economico, politico, culturale e spirituale, pedina importante del commercio internazionale, e conservò questo stato per molti secoli. Greci, assiri, persiani, ebrei, georgiani e molti altri popoli commerciavano con gli armeni nei mercati di Dvin, tanto che nel V-VI secolo era già una città affollata con una popolazione multietnica.

    Ma quali sono state le antiche capitali dell'Armenia prima e dopo Dvin? Dal IX al VI secolo a.C. Van - la prima capitale - al centro del potente stato di Urartu. Dal IV al III secolo a.C. Armavir, centro economico e culturale, fondata stando alla leggenda nella seconda metà del IV secolo nella valle dell'Ararat. Dal 210 al 180 a.C. la capitale dell'Armenia si spostò da Armavir a Ervandashat a causa dei lunghi inverni di Armavir che costringevano a gelate e mancanza di acqua la corte imperiale.

    Artashat, quarta capitale dal 180 al 163 a.C. soprannominata da Lucullo "la Cartagine armena", considerandola il centro della nazione nemica di Roma. Dal 75 al 55 a.C. fondata da re Tigrane il Grande, fu capitale Tigranakert, in una posizione geografica ottimale per lo sviluppo di un commerci di transito. La Via Reale che andava verso sud collegava Tigranakert con la Mesopotamia, l'Oriente e l'Occidente. Con la distruzione da parte dei Romani, nel 164, di Artashat, fu proclamata capitale Vagharshapat e tale rimase fino al 428, fino alla consacrazione di Dvin a capitale armena, dal 428 all'885.

    Bagaran, sulla riva sinistra del fiume Arax, fu capitale dall'885 - anno dell'indipendenza dell'Armenia - all'890. Dall'890 al 928 Shirakavan, quella che veniva definita due secoli prima un villaggio, divenne la nona capitale dell'Armenia. Nel 929 il re armeno Abas fece di Kars una città reale che rimase capitale fino al 961. Ani, con strutture architettoniche laiche, eleganti palazzi, abitazioni a due piani, locande, mercati, chioschi e botteghe, fu capitale dal 961 al 1045.

    Dodicesima capitale, Sis, dal 1198 al 1375. Sotto Costantino I, in onore della città, fu coniata una moneta d'oro con l'iscrizione "La fortezza di Sis è il re". Yerevan è la capitale della Repubblica d'Armenia dal 1918, nonché il suo centro economico, politico e culturale. In diverse parti della città si possono trovare ancora oggi tombe a tumulo e fortezze, risalenti alla prima età del bronzo o i resti della fortezza ciclopica. (Estratto da comunicato Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura)



    Copertina del libro 1915 Cronaca di un genocidio 1915 - Cronaca di un genocidio
    La tragedia del popolo Armeno raccontata dai giornali italiani dell'epoca

    di Emanuele Aliprandi, ed. MyBook, 2009
    www.comunitaarmena.it

    Libro unico del suo genere, pubblicato alla soglia del 95esimo anniversario del genocidio armeno e all'indomani della firma dei protocolli sullo stabilimento delle relazioni diplomatiche tra Armenia e Turchia. Emanuele Aliprandi è membro del Consiglio e responsabile del periodico Akhtamar On-Line. La prefazione è firmata da Marco Tosatti, giornalista e vaticanista de "La Stampa".




    Giornate della cultura armena in Italia
    Milano, 11-23 aprile 2008

    Progetto a cura del Consolato Onorario di Milano e dell'Unione degli Armeni d'Italia
    In collaborazione con: Casa Armena di Milano, Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena, Chiesa Apostolica Armena d'Italia, Comitato per la Foresta dei Giusti, Agenzia per lo sviluppo del turismo armeno, Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano

    .. 11 aprile, ore 16.30, Sala del Consiglio di Zona 3
    Inaugurazione della mostra fotografica Armin T. Wegner e gli Armeni in Anatolia, 1915. Immagini e testimonianze (termina il 23 aprile)

    Interventi di:
    Pietro Kuciukian, Il primo genocidio del XX secolo: i Giusti per gli armeni
    Misha Wegner, Armin, mio padre
    Gabriele Nissim, Il valore della figura del Giusto nei genocidi del XX secolo
    Sarkis Shahinian, Identità armena e negazione del genocidio

    Proiezione del documentario Armenia ferita aperta, di Werner Weick e testimonianza del protagonista, Sarkis Shahinian, co-presidente dell'Associazione Svizzera-Armenia

    .. 15 aprile 2008, ore 17.00, Facoltà di Architettura Politecnico di Milano
    Inaugurazione della mostra d'architettura armena Le Pietre Urlanti d'Armenia (termina il 23 aprile 2008), realizzata dal Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena. Sede della mostra: Patio della Facoltà di Architettura

    Interventi:
    Prof. Valerio Di Battista, vice preside della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano
    Dott. Onnik Pambakian, Unione Armeni d'Italia
    Prof. Agopik Manoukian, presidente del Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena

    .. 16 aprile 2008, ore 20.30, Sala del Consiglio di Zona 3
    Prof. Boghos Levon Zekiyan, Università Ca' Foscari di Venezia, L'arte come linguaggio espressivo dell'identità armena
    Dott.ssa Nadia Pasqual, consulente per l'Italia dell'agenzia governativa per lo sviluppo del turismo armeno, Viaggiare in Armenia, paese d'arte e di cultura
    Concerto di musica armena per due pianoforti del Duo Pianistico Khacaturjan, Ani Martirosyian (Yerevan) e Paolo Gilardi (Milano)

    .. 18 aprile 2008, ore 21.00, Sala del Consiglio di Zona 3
    Proiezione del filmato Grida dal Silenzio. La storia dimenticata del genocidio degli armeni, (Studio 3D, regia di Valeria Parisi, progetto di Marcello Flores, Assessore alla cultura del Comune di Siena)

    Interviene:
    Prof. Marcello Flores, docente di Storia contemporanea, Università di Siena
    Intermezzo musicale del violinista Hrachya Galstian (Yerevan)

    .. 20 aprile 2008, ore 11.00, Chiesa Armena
    Santa Messa celebrata da Padre Aren Shahinian, rettore della Chiesa Apostolica Armena d'Italia
    Coro della Chiesa "Nor Hrashk"

    ore 17.00, Casa Armena
    La Casa Armena ospita la Comunità della Zona 3

    Interviene: Padre Aren Shahinian, rettore della Chiesa Apostolica Armena d'Italia, Identità della Chiesa armena

    Proiezione del filmato Armenia Way to everlasting love, di Arman Mazmanian
    Lo spazio dei poeti: Siamantho, D. Varujan, V. Terian,Y. Charents, A. Sirabian, L. Mavian, S. Boranian
    Voci recitanti: Carlo Sala, Sarkis Shahinian, Marilu Zarmanian, Cinzia Zadikyan
    Mostra: Pagine armene, di Marina Mavian, pittrice e iconografa

    .. 21 aprile 2008, ore 15.00, Sala Gamma - Facoltà di Architettura Politecnico di Milano
    Convegno dedicato alla memoria del prof. Adriano Alpago Novello

    Interventi:
    Dott.ssa Chiara Alpago Novello, giornalista, figlia dell'arch. Alpago Novello
    Arch. Arà Zarian
    Arch. Gaianè Casnati, Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena
    Prof. Vincenzo Petrini, dip. di Ingegneria Strutturale
    Prof. Maurizio Boriani, Centro per la Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali
    Prof. Francesco Augelli, dip. di Progettazione dell'Architettura
    Prof. Lorenzo Jurina, dip. di Ingegneria Strutturale

    ore 17.45, Tavola rotonda
    Oltre ai relatori interverranno: prof. Stefano Della Torre, prof. Lucio Speca, prof. Nicola Voceri

    .. 23 aprile 2008, ore 18.00, Sala del Consiglio di Zona 3
    Serata conclusiva delle Giornate della cultura Armena in Italia

    Tavola rotonda:
    prof. Ermanno Arslan, Accademico dei Lincei, Gli Armeni delle origini
    prof. Agopik Manoukian, Università Cattolica di Milano, La Comunità Armena di Milano dalle sue origini ai nostri giorni
    prof.ssa Gabriella Uluhogian, Università di Bologna, L'identità linguistica del popolo armeno
    prof. Aldo Ferrari, Università di Venezia, L'Armenia e il Caucaso
    prof. Baykar Sivazlian, Università Statale di Milano, Gli armeni in Turchia oggi
    Saluto conclusivo del Presidente dell'Unione degli Armeni d'Italia dott. Ardavast Serapian



    "Una tragedia che non ha parole"
    Campagna di sensibilizzazione a cura del Consiglio per la Comunità Armena di Roma
    www.comunitaarmena.it

    (Comunicato Stampa) - In occasione del 93esimo anniversario del genocidio il Consiglio per la comunità armena di Roma ha promosso la Campagna di sensibilizzazione "Una tragedia che non ha parole" con la pubblicazione di un manifesto in memoria delle vittime del Metz Yeghern. Si tratta di una campagna unica nel suo genere che prevede oltre che alla pubblicazione del manifesto su alcuni quotidiani (free press ed a pagamento) anche la trasmissione, in formato spot, sui mezzi pubblici provvisti di video. Lo spot è in programmazione sia sul Canale Moby Tv Metro sia sul canale Columbus (per gli autobus) già dall'11 aprile e fino al 30 aprile, con 150 passaggi giornalieri (il palinsesto di programmazione dura circa 6 minuti). L'iniziativa riguarda 900 autobus a Roma, la linea A della metropolitana romana e sarà esteso anche alle città di Milano (20 autobus), Siena (20 autobus), Firenze (60 autobus) e Bari (70 autobus).

    Il manifesto reca la dicitura "24 aprile 2008 - 93esimo anniversario del genocidio armeno: un tragedia che non ha parole" stampata sullo sfondo di un primo piano di un uomo con la bocca cucita ed è un chiaro riferimento al silenzio che per lunghi anni ha caratterizzato l'immane tragedia che subì il popolo armeno agli albori del XX secolo e che la Commissione dei diritti dell'uomo dell'ONU aveva definito nel 1973 «il primo genocidio del XX secolo». Il Consiglio per la comunità armena di Roma", sempre attento, vigile e sensibile alla salvaguardia della memoria del Metz Yeghern (Grande Male) e avverso ad ogni sorta di negazionismo, vuole con questo manifesto sensibilizzare l'opinione pubblica ed in particolare le giovani generazioni perché tragedie simili non accadano mai più e affinché la memoria di un milione e mezzo di armeni non sia calpestata in nome di bieghi interessi politici od economici.

    Nella prospettiva di adesione della Turchia all'Unione Europea pensiamo sia giusto, utile e indispensabile che Ankara faccia i conti con il proprio passato, così come fece la Germania con grande coraggio e onestà. Il "Consiglio per la comunità armena di Roma" si sente vicino a tutti quegli intellettuali turchi come il Premio Nobel Pamuk, la scrittrice Shafak, lo storico Akcam e tanti altri che, a rischio della propria incolumità, sono coinvolti, da qualche tempo, in una battaglia a favore della verità scomoda che contrasta la "verità" imposta dallo Stato.

    24 aprile 2008 - Per non dimenticare e sperare ancora in un mondo migliore

    Roma, 17 aprile 2008, ore 09.00, Aula Magna dell'ITC "Duca degli Abruzzi"
    Metz Yeghern: L'olocausto degli Armeni, il genocidio dimenticato
    Con il patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica d'Armenia

    .. ore 13.00, Visita al memoriale del Khatc'kar eretto nella piazza antistante la Chiesa armena di San Nicola da Tolentino. A conclusione incontro con Mons. Joseph Kelekian, Rettore del Pontificio Collegio Armeno.

    Roma, 24 aprile 2008, ore 17.30, Chiesa Armena di S. Nicola da Tolentino
    Atto di commemorazione: "Una tragedia che non ha parole"
    S. Messa Solenne in rito Armeno in suffragio del milione e mezzo di martiri armeni, vittime del genocidio del 1915 perpetrato dall'allora governo turco. Presiede Mons. Joseph Kelekian, Rettore del Pontificio Collegio Armeno. A fine Messa Preghiera di Requiem nella piazza antistante la Chiesa Armena di fronte al Khatc'kar eretto in memoria delle vittime del 1915.

    .. ore 19.30, Serata in ricordo del 24 Aprile 1915 dedicata all'Armenia ed il suo popolo

    L'Associazione Culturale Sequenze con il contributo della Fondazione Roma presenta:
    "Pietre Urlanti", scritto e diretto da Satenig Gugiughian. Introduce il giornalista Roberto Olla.

    All'Auditorium Conciliazione, l'Orchestra Sinfonica di Roma, diretta dal maestro Francesco La Vecchia eseguirà l'Opera n.6 Patetica di Pëtr Il'ic Cajkovskij.



    Una fotografia scattata da Van Leo in mostra Van Leo: un fotografo armeno al Cairo
    Armeni a Trieste fra Settecento e Novecento


    termina il 25 maggio 2008
    Civico Museo del Castello di San Giusto - Trieste

    La mostra fotografica, curata da Martina Corgnati e realizzata con la collaborazione della Galleria d'arte "Magenta 52" di Vimercate (Milano) e dell'editore Skira, presenta una raffinata scelta di 75 fotografie di Leon (Leovan) Boyadjian, in arte noto come "Van Leo", nato a Ceyhan e trasferitosi giovanissimo al Cairo. Lì visse e operò sublimando, soprattutto nel tema del ritratto, le proprie alte qualità tecniche ed espressive e l'esuberante personalità ironica ed anticonformista. Affiancherà la mostra il libro "Un fotografo di nome Van Leo" di Martina Corgnati, edito da Skira Editore, che contiene parte delle fotografie esposte. Sarà presente all'inaugurazione della mostra il fotografo americano Barry Iverson, cui Van Leo affidò tutte le stampe e i negativi rimasti in studio e conservati ora, dopo la sua morte, all'American University in Cairo.

    Nello spazio espositivo del rinnovato Museo del Castello di San Giusto, si potrà visitare anche l'esposizione "Armeni a Trieste tra Settecento e Novecento. L'impronta di una Nazione", a cura di Anna Krekic e Michela Messina. Si tratta di un'affascinante viaggio, frutto di una ricerca mirata e inedita, attraverso opere d'arte, documenti, fotografie e altri beni culturali: personaggi, vicende e luoghi relativi alla nazione armena si intrecciano alla trama storica della città facendone emergere la poco nota, ma significativa presenza. Il relativo catalogo è edito dal Comune di Trieste - Civici Musei di Storia e Arte. Ambedue le iniziative, che hanno avuto il patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica Armena in Italia, hanno la direzione e il coordinamento di Adriano Dugulin, Direttore dell'Area Cultura e dei Civici Musei di Storia e Arte.



    Puoi proseguire con i seguenti articoli:
    Caucaso: Storia di una regione tra Europa e Asia

    Armenia: crisi politica dopo le Presidenziali

    Georgia: quadro politico verso le Presidenziali '08

    Armenia: risultati elettorali e prospettive

    Olanda: riaffermato il valore del riconoscimento del genocidio armeno

    Riconoscimento del genocidio armeno: iniziative in Argentina, Uruguay e Belgio

    Ararat e la crisi della qualità in televisione (ottobre 2005)

    e le seguenti recensioni:
    L'Olocausto Armeno - Breve storia di un massacro dimenticato

    Il Caucaso - Popoli e conflitti di una frontiera europea

    Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
    di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
    prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
    ed. Polistampa, 2007


    Presentazione | Articoli sulla Grecia


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