Esaedro

di Ezio Solvesi, ed. Talos Edizioni, pagg.88, 13euro, 2015

«Segmenti paralleli»
Prefazione di Ninni Radicini

Copertina del libro Esaedro di Ezio Solvesi Sei racconti. Sei storie di ambientazione e genere differente, dalla commedia all'orrore, dalla Storia al surreale, con un denominatore comune: il finale a sorpresa che, dopo la lettura dei primi racconti, può essere preceduto, da parte del lettore, da una automatica sospensione d'animo, seppure variabile nell'intensità, nonostante l'apparante normalità iniziale delle avventure descritte. Narrazioni fluenti, caratterizzate da protagonisti normali in situazioni plausibili, alcuni personaggi ritrovatisi a confronto con tutto quanto non è gestibile dalla persona e altre storie con figure sorprendenti. Una assemblaggio di racconti rappresentabili in modo metaforico come una composizione astratto-geometrica, con sei quadrati di colore differente.

Dalla normalità alla eccezionalità è il filo conduttore dei primi due. Nel primo (L'idea), l'autore ci porta in un contesto con il protagonista "contro tutti" per cercare di raggiungere il suo obiettivo, evidenziando come la razionalità che caratterizza la cultura moderna può frammentarsi alla evenienza di azioni imprevedibili, che non rientrano nella sistematicità che si pretende di stabilire per l'incedere della esistenza quotidiana.

E' la casualità che compete con la razionalità. Con un finale ispirato forse dalla esperienza professionale dell'autore, progettista elettronico: una iterazione, un ciclo infinito, a volte determinato da un errore nel programma, altre volte voluto in modo intenzionale dal programmatore: come avviene per la sorte che segna la vicenda del protagonista. Per i lettori appassionati di cinema, questo racconto lancerebbe la volata alla visione del film Una su 13, commedia del 1969 con protagonista Vittorio Gassman.

Nel secondo racconto (Psicometria) la razionalità viene sfidata dall'ignoto, da quella componente della cultura e della società che non ha una spiegazione logica. Il protagonista viene travolto da quanto non immaginava potesse nemmeno esistere, sperimentandone di persona gli effetti. Il rapporto tra individuo raziocinante e un contesto emozionale ci riporta a quella narrativa che ebbe in Edgar Allan Poe, il suo alto ideatore, dove il thriller converge con l'horror, facendo emergere quanto sia labile la conoscenza che ognuno ha di sè. Anche qui gli appassionati di cinema troveranno almeno un riferimento che può destare curiosità: il personaggio della medium, che fa tornare in mente quella del film Profondo rosso.

Il terzo racconto (Amore a prima vista), con un finale altrettanto spiazzante, anche se di segno differente dai due precedenti, possiamo considerarlo un esercizio narrativo visivamente tra Marco Ferreri e Louis Bunuel. Nel quarto racconto (Una tromba sul Paterno) l'autore passa dal presente al passato e ancora al presente in alcuni dei luoghi in cui si svolse la Prima guerra mondiale, descrivendoli in modo dettagliato seppure nella sintesi implicita. Nell'anno del centenario dell'ingresso del Regno d'Italia nel conflitto, l'autore triestino delinea un contesto storico che ha avuto come epicentro italiano proprio l'area del Nord-Est, in particolare quella delle Dolomiti. Qui si rende omaggio a un cittadino tirolese, raccontando come la sua intraprendenza e il suo coraggio, dimostrati sia prima sia durante il conflitto, lo abbiano reso persistente nella memoria collettiva locale a distanza di tanti anni. Un racconto esistenziale - antitetico a quello del film La Grande Guerra - in cui il protagonista si ritrova ad affrontare una situazione più grande di lui, che trasforma la sua quotidianità fino alla conclusione tragica.

Nel quinto racconto (Il volo) l'autore descrive l'avventura del protagonista, svelando soltanto nelle ultime righe la sua vera natura. Un esercizio narrativo in prima persona, condotto con abilità, fino alla sorpresa finale. Dal punto di vista dei personaggi, questo racconto può considerarsi simmetrico al terzo (Amore a prima vista), dove invece nel finale è svelata la natura dell'"oggetto" del protagonista.

Nel sesto racconto (Le rose di Ernesto), il personaggio principale, anche qui un uomo normale in un scenario realistico, almeno in apparenza, scoprirà soltanto alla fine di trovarsi dentro in un contesto trascendente, vivendo in modo intenso e persino piacevole una "presenza" di cui scoprirà l'origine in modo indiretto. Con due particolarità che differenziano questo racconto da altri dello stesso genere sviluppati declinandoli in uno sfondo gotico. Qui la "presenza" del co-protagonista è benevola e - seconda caratteristica - l'epilogo è avvolto dalla poesia. L'autore riesce con ingegnosità a passare dal prologo con soltanto il protagonista, allo sviluppo della storia con l'arrivo del secondo protagonista, alla rievocazione di un antefatto, alla conclusione. Anche questo racconto può essere motivo di interesse cinematografico, portando il lettore al film Fantasma d'amore, del 1981 con Marcello Mastroianni.

Il libro è la prima esperienza nell'ambito della narrativa - nella raccolta di racconti - dell'autore triestino, che, prima di questa iniziativa editoriale, si è già cimentato nella poesia. Non è necessario cercare un filo conduttore tra i sei racconti, qualcuno dei quali sembra essere un esercizio narrativo orientato a spiazzare il lettore in modo divertente. In altri, in particolare il secondo e il sesto, c'è invece la sensazione, di un singolare e indefinibile sottinteso personale, sebbene sia da evidenziare che in entrambi non vi è nulla di dichiaratamente soggettivo. Come in ogni racconto che possa così definirsi, anche quelli di questo libro hanno una loro compiutezza. La mancanza di denominatore comune potrebbe anche alludere alla volontà dell'autore di destare la curiosità del lettore, facendolo inoltrare nella riflessione circa un possibile collegamento, sequenziale o incrociato, tra i racconti.

Questa caratteristica può anche essere interpretata come il riflesso di un cultura, quella Mitteleuropea, naturale per uno scrittore triestino. I confini della Mitteleuropa - di cui Trieste è una delle Città principali - sebbene in gran parte riconducibili a quelli dell'Impero di Austria-Ungheria, sono sempre stati variabili nella loro definizione storica, paragonabili a una serie di racconti senza un filo conduttore prestabilito che li renda, in modo stabile, parte di un insieme, lasciando così a ogni singolo componente la scelta di ciò che vuole essere, pur rimanendo tutti convergenti verso un unico, implicito, destino.



Presentazioni libro

- 05 febbraio 2016, ore 17.30
Libreria Mondadori - Trieste

- 14 dicembre 2015, ore 18.00
Libreria Minerva - Trieste

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Esaedro è acquistabile anche on line dal sito della casa editrice

Presentazione di Attimi di... versi (Poesie di Ezio Solvesi, 2014) e dell'autore



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