Verità e Bellezza
Realismo russo dal Museo Nazionale d'Arte Lettone di Riga

Opere di artisti russi tra cui Isaak Levitan, Kuzma Petrov-Vodkin, Ilja Repin, Alexander Deineka, Boris Kustodijev, Maljavin

termine il 10 febbraio 2008
Galleria Civica di Palazzo Loffredo - Potenza

Ottanta capolavori totalmente inediti dalla Lettonia esposti in anteprima assoluta in Italia. Le opere, di artisti russi di grande fama e talento quali Ilja Repin, Isaak Levitan, Boris Kustodijev, Alexander Deineka, Maljavin e Kuzma Petrov-Vodkin, rappresentano una significativa selezione dell'arte pittorica dell'est europeo del periodo storico fra la seconda metà del 1800 fino al 1950 circa. La rassegna, a cura di Laura Gavioli, comprende dipinti capaci di accompagnare il visitatore dentro la componente più profonda della vita in Russia, con paesaggi e scene di genere, con ritratti di grande forza e nature morte, ed anche con quel richiamo all'intimismo da cogliere in taluni paesaggi notturni permeati di citazioni di matrice poetica e letteraria.

Quell'intimismo tipico delle frontiere sociali e territoriali della cultura dell'Est, palpabile negli schemi pittorici di opere come La cucitrice, 1898, di Michail Petrovic Klodt, o Dolore inconsolabile, 1883, di Ivan Kramskoj o nell'immagine di quello straordinario Pittore di icone, 1906, di Klavdij Lebedev. Gli elementi del primitivismo, del misticismo, l'amore per l'arte popolare che sono stati indicati come fattori fondanti della ricerca di Chagall, di Kandinskij, della Goncarova, sono persistenti e forti anche nelle opere di alcuni artisti selezionati per questa esposizione, così come l'ideale classico, rievocato nelle scene di interni o, nei ritratti oppure nel paesaggio. Sono molti temi per varie e complesse situazioni che aprono una coraggiosa e nuova riflessione sulla pittura russa e che oggi finalmente sentiamo di poter compiere.

Del resto, l'analisi oggettiva e senza preconcetti è già cominciata da qualche tempo, ed il realismo della pittura russa ottocentesca che aveva toccato molte sfumature delle sue numerose declinazioni sociali, naturalistiche, visionarie, in questa mostra, che concentra la parte più rilevante delle sue opere nei decenni cruciali intorno al 1900, pone le basi per una riflessione ad occhi bene aperti, seguendo parallelamente lo sviluppo degli avvenimenti storici che in Russia hanno avuto spesso un peso schiacciante sulla creatività, peso che non è riuscito sempre a fiaccare, ma anzi ha più spesso rafforzato, la grande anima dei pittori, dei poeti e dei musicisti russi.

Dalla fine degli anni '80 del secolo appena concluso, in coincidenza con la caduta del muro di Berlino e con l'inizio della circolazione delle persone e delle opere d'arte dai musei russi verso l'Europa occidentale, gli Stati Uniti e il Giappone, l'interesse più vivo dei critici e degli organizzatori delle esposizioni era rivolto all'arte dell'avanguardia russa. Si apriva qualche seria discussione quando, per un artista come Malevic, per esempio, oltre alle opere del periodo suprematista, si dovesse considerare il suo tardivo ritorno alla figura, per di più a quegli ideali classici nei quali egli si era rifugiato dopo la fiammante stagione della sua straordinaria ricerca.

Sembrava allora molto riduttivo della grande personalità di questo artista far circolare, nei musei occidentali, il ritorno all'ordine di un genio: i curatori erano fortemente imbarazzati a mostrare aspetti considerati decadenti se valutati nell'ottica concettuale imperante in quegli anni. Ma, dobbiamo chiederci oggi, se il ritorno di Malevic alle origini profondamente popolari e primitive dell'espressione artistica russa, con gli studi dei contadini o dell'ideale rinascimentale in alcuni ritratti degli anni Trenta, può davvero rappresentare soltanto una forma di decadenza del suo pensiero dopo la grande e insuperabile stagione dell'Astrazione, o perfino una vera e propria caduta nel baratro di una figurazione povera e inerme.

Perchè oggi dovremmo rinunciare a considerare la pittura russa nella sua interezza, comprendendo nella sua storia i passaggi epocali e le fasi del suo sviluppo come una naturale conseguenza delle condizioni storiche, politiche e sociali che l'hanno formata e caratterizzata? Situazioni della storia del popolo russo le troviamo descritte nelle opere fondamentali della sua letteratura, da Turgenev di Padri e figli (1862) al Dostoevkij di Memorie della casa dei morti (1861) e le ritroviamo nella pittura al tempo di Alessandro II (1855-1881), lo zar che tentò di porre fine all'abissale differenza di classe tra l'aristocrazia e la servitù della gleba emancipando gli schiavi con un decreto del 3 marzo 1861. (...)

Come in Occidente, verso la fine dell'Ottocento e con il nuovo secolo, erano in atto nuove ricerche, come quelle dei Preraffaelliti e dei Simbolisti, allo stesso modo esse interessarono anche l'arte Russa, così come, al volgere del secolo precedente, il sentimento religioso che aveva ispirato l'arte dei Nazareni aveva toccato con un sottile misticismo la pittura di Michail Vasilievic Nesterov (1862-1942), artista che recuperava i temi della vecchia Russia e li conciliava con la magia dei modi introdotti da Puvis de Chavannes e dai simbolisti francesi.



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