Ue post-elezione '09: Panoramica politico-elettorale

di Ninni Radicini
30 giugno 2009


Le elezioni europee del 6-7 giugno hanno determinato effetti rilevanti nel quadro parlamentare comunitario, alcuni immediati altri da valutare all'avvio dei lavori della nuova assemblea. In particolare gli sviluppi sulla collocazione dei 93 deputati all'inizio nel gruppo "Non iscritti" e l'eventualità che si formino altri gruppi. Considerando lo schema nel parlamento uscente, il Ppe-Ed - Partito popolare europeo si conferma primo gruppo con 264 seggi (-24). A seguire: Pse - Partito socialista europeo (161; -55), Alde - Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa 80; -19), Verdi (53; +9), Uen - Unione europea per le nazioni (35; -6), Gue/Ngl - Sinistra Unitaria Europea / Sinistra Verde Nordica (32; -12) Indipendenza/Democrazia (18; -4). Nel prossimo, composto da 736 deputati, per formare un gruppo sarà necessario un minimo di 25 deputati da almeno 7 Stati.

A differenza delle previsioni, emerge nell'insieme una perdita di consensi dell'area di centrosinistra e di sinistra, una sostanziale tenuta delle formazioni di centrodestra, una crescita dei partiti di destra e anti-Ue, con un incremento dell'astensionismo (57%), dopo quelli del '99 e '04. Socialisti francesi, Laburisti britannici, Socialdemocratici austriaci hanno subìto sconfitte pesanti. I primi quasi raggiunti dai verdi di Europe Ecologie; i secondi, al peggior risultato nell'arco di un secolo, sono stati superati anche dall'Ukip - Partito per l'indipendenza del Regno Unito. Il centrosinistra perde voti anche in Germania e, in modo meno eclatante, in Portogallo e Spagna. Risultati positivi invece in Svezia, Danimarca, Grecia e Slovacchia. Il voto di protesta ha premiato i partiti nazionalisti in particolare in Gran Bretagna, Olanda, Austria, Ungheria, Danimarca, Romania, Finlandia dove i temi dell'immigrazione e dell'economica sono stati motivo di critica alla capacità di gestione da parte della Ue e di riflesso ai leader locali che la sostengono.

Il Bnp - Partito nazionale britannico ha ottenuto circa un milione di voti (nel '97 erano 35mila), presentandosi come formazione esterna al sistema dei partiti tradizionali, la cui credibilità di recente è stata intaccata dallo scandalo dei rimborsi delle spese parlamentari. In Olanda il Partito della Libertà, di Geert Wilders (17%), ha chiesto elezioni anticipate. Ma in Francia il Fronte nazionale ha perso metà dei seggi e in Belgio il partito fiammingo Vlaams Belang ha avuto il peggior risultato da decenni.

Tengono i partiti conservatori, di governo e di opposizione. Tra i primi l'Ump di Sarkozy e Nuova Democrazia in Grecia, seppure superato dai socialisti del Pasok. In Germania, dove si elegge il maggior numero di deputati europei (99), la Cdu - Unione cristiano-democratica si conferma primo partito mentre la Spd ha il peggior risultato storico. Solo una parte minima del consenso ex socialdemocratico converge verso sinistra (Verdi:12.1%; +0.2 - Linke: 7.5%; +1.4). Recupera la Csu - Unione cristiano-sociale bavarese (12.1% federale, quasi il 50% Baviera), alla prima verifica dopo il risultato negativo delle scorse Regionali; si rafforzano i liberaldemocratici della Fdp (11%), in virtù di una sostanziale difesa della economia sociale di mercato, della proposte di deregolamentazione dei mercati gestita dalla Ue e rafforzamento delle relazioni con gli stati confinanti.

Tra i risultati più significativi quello dell'Snp - Partito nazionale scozzese, diventato primo partito locale superando i Laburisti, e l'ingresso nel sistema politico greco degli Ecologisti Verdi, oltre lo sbarramento del 3%. Nell'insieme il quadro europeo appare molto articolato e orientato verso proposte politiche di centro-destra, di destra, nazionali e di settore (es. il risultato conseguito da Partito pirata in Svezia). Si consolidano e avanzano le formazioni liberaldemocratiche, che libere da vincoli ideologici marcati possono plasmarsi sulla realtà in corso. Per i partiti di area socialista-democratica appare chiara la necessità di definire, culturalmente prima che politicamente, una nuova immagine, innovativa in confronto a quelle già presenti. Nell'Europa del prossimo decennio il tratto identitario dei partiti sarà determinante quanto la necessità di stabilire la configurazione definitiva dell'Unione.



* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).

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Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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