Francia: La nuova generazione della Destra

di Ninni Radicini
08 maggio 2012


Marine Le Pen, candidata del Fronte Nazionale, alle elezioni presidenziali in Francia nel 2012 Nelle elezioni presidenziali francesi 2012, il primo turno è stato caratterizzato dal dato elettorale - 17.9% - raggiunto da Marine Le Pen; un passaggio politico di rilievo con effetto sia sul ballottaggio del 6 maggio fra François Hollande e Nicolas Sarkozy, sia in prospettiva delle Legislative del 10/17 giugno. Marine Le Pen, 43 anni, è leader del Fronte Nazionale dal gennaio '11 in successione al padre, Jean Marie, fondatore del partito nel 1972.

Candidata per la prima volta alla Presidenza della Repubblica, ha svolto una campagna elettorale con una prima fase di definizione e consolidamento del proprio profilo politico - in particolare sui temi relativi alla crisi economica - che l'ha portata a raggiungere il 20% nelle rilevazioni di gennaio '12, e una seconda fase in cui ha agganciato al modulo precedente le componenti programmatiche tradizionali del FN (es. contenimento dell'immigrazione, sicurezza dei cittadini), consolidando la sua candidatura nei sondaggi tra il 14-17%. In tal modo, invece di sostenere in modo difensivo la linea del partito, ha prima elaborato ed evidenziato agli elettori il contesto storico, politico ed economico che secondo il FN si è determinato in Europa in anni recenti e, in conseguenza, ha proposto le sue soluzioni.

Marine Le Pen si è schierata contro l'accordo per il rafforzamento dei parametri finanziari negli stati della Ue, stabilito alla fine del '11 e sostenuto da Angela Merkel e Sarkozy, in modo che debito pubblico e deficit di bilancio siano entro gli standard previsti da Bruxelles. Secondo la leader del FN questa scelta e gli effetti dell'Euro (considerato responsabile dell'aumento della disoccupazione) costringerà la Francia - i contribuenti francesi - a pagare i debiti degli stati indeboliti, a loro volta, dal passaggio alla moneta unica. L'opposizione all'attuale linea comunitaria si materializza nella volontà di riportare sotto il controllo della Francia la piena sovranità su vari settori; dall'industria, alla gestione dei confini, al commercio.

Al primo turno hanno votato in 35milioni883mila voti (79%). Marine Le Pen ha ottenuto 6milioni421mila voti. Nel '07 il padre, Jean Marie, aveva ottenuto 3milioni.834mila voti e nel '02 4milioni804mila voti (soltanto 800mila meno del primo, Jacques Chirac), che poi arrivarono a 5milioni525mila al ballottaggio. Il dato di Marine Le Pen indica il raggiungimento di una dimensione elettorale superiore a quella di un partito di protesta.

A inizio aprile, una rilevazione di Ipsos/Logica Business Consulting indicava Marine Le Pen al 15%, aumentato poi del 2.9% al voto di due settimane dopo; a differenza del candidato del Fronte della Sinistra, Jean-Luc Melenchon, passato dal 14.5% all'11.1%. Del 3.4% perso da Melenchon, lo 0.4% si diretto verso Marine Le Pen, che a ridosso del voto ha visto confluire anche elettori prima orientati su Hollande e François Bayrou.

Durante i giorni prima del ballottaggio, Sarkozy - primo presidente della Repubblica dal 1958 a non essere in testa dopo il primo turno - ha escluso accordi con il FN in cambio di un sostegno. Una rilevazione Ipsos, pubblicata il 22 aprile, ha indicato che tra gli elettori di Marine Le Pen, al ballottaggio il 60% avrebbe votato per Sarkozy (nel '07 erano il 65%), il 18% per Hollande, il 22% si sarebbe astenuto. Sarkozy, eletto Presidente nel maggio '07, ha governato mentre contemporaneamente si sviluppava la crisi finanziaria ed economica tuttora in corso. Sia Sarkozy sia Hollande, in campagna elettorale su alcune scelte programmatiche sono stati in linea con Marine Le Pen. Sarkozy sulle questioni di sovranità della Francia in confronto a quella comunitaria; Hollande con la sua politica economica protezionistica in contrasto con il tradizionale europeismo della Sinistra.

Il primo maggio, nel corso del comizio a Parigi, Marine Le Pen non ha dato alcuna indicazione di voto agli elettori del FN per il ballottaggio (come già anticipato subito dopo il primo turno), distanziandosi sia da Hollande che da Sarkozy - definiti "due candidati del sistema" - e invitando militanti ed elettori a concentrarsi sulle prossime Legislative. Ha inoltre ironizzato sull'atteggiamento di entrambi nel cercare i voti di suoi elettori, dicendo che fino al primo turno quelli del FN erano considerati estremisti, razzisti e xenofobi, al punto da condizionare in modo negativo l'immagine della Francia; invece al secondo turno sono diventati "cittadini francesi con preoccupazioni reali e con i quali bisogna dialogare".

Alle prossime Legislative il FN punta a tornare nell'Assemblea Nazionale. Emerso come formazione politica con ampio consenso a metà degli anni '80, FN con il sistema elettorale maggioritario a doppio turno ha ottenuto un singolo seggio nell'88 e poi altrettanto nel '97. Nel 1986 - quando si votò con il proporzionale - ottenne 35 seggi.



* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).

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Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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