Serbia: la sfida sul futuro oltre il governo

di Ninni Radicini
30 maggio 2008


Le elezioni legislative dell'11 maggio, insieme alle amministrative, hanno visto la crescita delle formazioni liberali-europeiste aggregate intorno al presidente della Repubblica Boris Tadic, la sconfitta, di pari proporzione, del partito del premier uscente Vojislav Kostunica e una redistribuzione parziale nell'area nazionalista radicale e di sinistra. ZES Coalizione "Per una Serbia europea" ha avuto il 29.2% (102 seggi; +16), SRS Partito Radicale Serbo 29.2% (78; -3), DSS-NS Partito Democratico Serbo - Nuova Serbia 11.3% (30; -13), SPS Partito Socialista (con Partito dei Pensionati Uniti e Serbia Unita) 7.5% (20; +4), LDP Partito Liberale Democratico 5.3% (13; +2). A seguire, i partiti delle minoranze etniche: Coalizione Ungherese 1.8% (4; +1), Lista Bosniaca per una Sandzak europea 0.9% (2), Coalizione Albanese della Valle di Presevo 0.3% (1). Escono dall'Assemblea Nazionale due partiti dei Rom, prima con un seggio ciascuno. I 250 deputati sono eletti con il sistema proporzionale. Alle urne circa 6.7milioni di aventi diritto, più 107mila in Kosovo e 37mila residenti all'estero.

La vittoria europeista è stata seguita da un +12.9% dell'indice Belex-15 alla Borsa di Belgrado, in recupero dopo il -26% accumulato dal giorno della dichiarazione d'indipendenza del Kosovo, la cui proiezione nel contesto dei rapporti con l'Ue è stata motivo della fine della legislatura iniziata un anno fa. Il Kosovo è stato già riconosciuto dalla maggioranza degli stati comunitari (compresa l'Italia) e dagli Usa: in totale circa 40 paesi nel mondo; contraria la Russia. Un altro attrito fra l'ala europeista e quella nazionalista è avvenuto alle Presidenziali del 3 feb. Tadic è stato rieletto (50.3%) contro Tomislav Nikolic, vicepresidente di SRS. Kostunica, al primo turno sostenitore di Velimir Ilic (7.4%) - ministro delle Infrastrutture uscente e fondatore di Nuova Serbia - non si schierò al ballottaggio.

La Coalizione europeista è formata da Partito Democratico, Movimento per il Rinnovamento, G17+, Lega dei socialdemocratici di Vojivodina, Partito Democratico del Sandzak. Per la maggioranza in Parlamento può contare sui Liberali e sul partito della minoranza ungherese. I Radicali partono dall'alleanza con Kostunica (DSS è nel Partito Popolare Europeo), considerato da Tadic fautore della politica del "tanto peggio tanto meglio". Il capo dello stato ha ipotizzato che, dato il potere di nomina del premier, potrebbe respingere il candidato nazionalista pur se avesse la maggioranza.

Ago della bilancia i Socialisti, di Ivica Dacic, in crescita a distanza di qualche anno dall'era Milosevic. Il sostegno a SRS gli garantirebbe un peso notevole nell'Esecutivo ma schierandosi con Tadic potrebbe acquisire una nuova immagine nella sinistra europea. Nikolic l'ha invitato a non allearsi con coloro "che hanno distrutto il vostro partito". I dirigenti socialisti hanno deciso di non trattare con altri fino a quando sarà in corso il negoziato con SRS, il cui presidente, Vojislav Seselj, sotto processo all'Aja per crimini di guerra, ha prospettato di portare anche in sede locale l'alleanza SRS-DSS-SPS. Coinvolgendo in talune realtà qualcuno dei partiti etnici avrebbe la maggioranza nel 90% dei comuni, compresa Belgrado. Intanto si è gia realizzata per il secondo turno delle Regionali in Vojivodina.

Le autorità kosovaro-albanesi e l'Unmik (missione Onu) hanno accettato il voto della comunità serba per il Parlamento, in base al principio di "doppia cittadinanza" previsto nel piano dell'inviato Onu Martti Ahtisaari. Dichiarato invece illegittimo il voto amministrativo, dove hanno prevalso SRS e DSS. Intanto il Kosovo sta progettando di rafforzare la cooperazione su energia, infrastrutture, commercio, con l'Albania, unico stato confinante ad averne riconosciuto la sovranità. Dall'altra parte il leader locale Marko Jaksic, alleato di Kostunica, ha ipotizzato la formazione di un'assemblea legislativa dei serbi.

Tadic ha ribadito la contrarietà all'indipendenza kosovara ma, a differenza dei nazionalisti, non vuole farne motivo di contesa con l'Ue, verso cui la Serbia si è avviata il 29 aprile dopo la firma dell'Accordo di Associazione e Stabilizzazione. Il provvedimento è contestato da SRS e dai Democratici di Kostunica, il quale ha annunciato di volerne chiedere l'annullamento in sede parlamentare, a meno che Bruxelles non riconosca l'integrità territoriale della Serbia.



* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).

Puoi proseguire con il seguente articolo di Ninni Radicini:
Unione europea e politica di Allargamento (agosto 2012)

la recensione al libro:
Mondo ex e tempo del dopo (di Pedrag Matvejevic, ed. Garzanti)

Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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