Belgio: La secessione strisciante del Leone

Il Re media le prospettive differenti di Fiamminghi e Valloni

di Ninni Radicini
31 luglio 2008


Il 13 luglio le dimissioni del primo ministro Yves Leterme hanno riportato il Belgio nella stessa condizione di incertezza successiva alle elezioni del giugno 2007. In carica dallo scorso marzo, il leader del Cdv - Partito cristiano democratico e fiammingo era a capo di una coalizione formata insieme a Vld - Partito liberale, anch'esso fiammingo, e tre formazioni francofone: Movimento riformista, Partito socialista e Centro cristiano umanista. In precedenza si erano avuti due tentativi a vuoto dello stesso Leterme; la decisione del re Alberto II di convocare il Consiglio della Corona (a dimostrazione della gravità della crisi); il voto dei partiti fiamminghi nel novembre '07 per la scissione della circoscrizione elettorale di Bruxelles-Hal-Vilvoorde; un governo di transizione di tre mesi con a capo Guy Verhofstadt, ex premier (liberale fiammingo) dal '99 a marzo '08. L'esecutivo di Leterme è stato da subito considerato instabile e un sondaggio condotto per il giornale La Libre Belgique, prima della formazione, rilevava che il 92% dei Valloni e il 54% dei Fiamminghi non vi riponevano molta fiducia.

Seppure il 18 luglio il re abbia respinto le dimissioni di Leterme, permane il motivo che ha determinato la caduta del governo, ovvero la difficoltà di trovare un accordo sulla riforma per assegnare maggiori poteri di autogoverno alle tre regioni - Fiandre (Nord), Vallonia (Sud), Bruxelles - in cui risiedono tre comunità: quella fiamminga (6.5 milioni di ab), di lingua olandese; quella vallone (4 milioni), francofona; quella di lingua tedesca (73 mila ab.) localizzata in un'area a Est della Vallonia, al confine con la Germania. La richieste autonomiste arrivano soprattutto dalle Fiandre, l'area più ricca, con una economia orientata verso i servizi e il commercio, che contribuisce per 2/3 al Prodotto interno lordo. Richieste che in taluni settori sono spinte fino alla prospettiva di una divisione pacifica e consensuale, sull'esempio di quella tra Repubblica Ceca e Slovacchia, fino al '93 unite (Cecoslovacchia).

Che tutto questo sia stato metabolizzato dalla popolazione belga, lo dimostra la messinscena, a cui non pochi credettero, organizzata da alcuni autori televisivi nel dicembre '06 quando vennero interrotti i programmi e data la notizia della proclamazione di indipendenza delle Fiandre. Ad essere contraria a ogni svolta che allenti l'unità nazionale è la Vallonia (Région Wallonne), soggetta a una fase economica stagnante per gli effetti della deindustrializzazione manifestatisi dagli anni '70, dopo quella di sviluppo imperniata sulle miniere di carbone e l'industria dell'acciaio, in cui lavorarono migliaia di operai italiani.

Il Belgio, stato unitario dal 1830, è una monarchia costituzionale con un Parlamento Federale composto da Camera dei Deputati (150 seg. assegnati con il sistema proporzionale) e Senato, con 71 seg.: 41 eletti direttamente con il proporzionale; 21 nominati dalle assemblee comunitarie; 10 cooptati su base etnica dai senatori già eletti (6 da quelli di lingua olandese, 4 dai francofoni); più i figli del re, senatori di diritto.

Il quadro politico post-elettorale vede il Cdv (30 seggi; +8; ad. Ppe) prevalente nelle Fiandre ed Mr - Movimento riformista (23 seg.; -1; ad. Alde) altrettanto nella Vallonia. In crescita il Cdh - Centro democratico umanista (francofono, 10 seg.; +2, ad. Ppe); Ecolo, Partito ecologista presente in Vallonia, Bruxelles e area di lingua tedesca (8 seg.; +4; ad. Verdi Europei). Stabile il Vlaams Belang, partito nazionalista fiammingo (17 seg.; -1). Torna nell'assemblea Groen! - Partito verde fiammingo (4 seg.: +4, ad. Verdi Europei) ed entra per la prima volta la Lista Dedecker (5 seg.; +5), partito liberista fiammingo fondato dal senato Jean-Marie Dedecker nel gennaio '07.

Il Belgio è uno degli stati fondatori dell'Europa Comunitaria e la volontà di Alberto II di costituire al più presto un esecutivo, evitando un nuovo ricorso al voto, è dettato dalla complessità di uno scenario in cui le eventuali Legislative anticipate si svolgerebbero a poco distanza dalle Regionali e dalle Europee previste per il 2009 oltre che dalla situazione socioeconomia caratterizzata da una inflazione al 5.8%, la seconda tra le più alte nella Eurozona.



* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).

Puoi proseguire con i seguenti articoli di Ninni Radicini:
Olanda: nuovo governo Liberale-Laburista (novembre 2012)

Belgio: la politica al nodo della Storia (febbraio 2011)

Riconoscimento del genocidio armeno: iniziative in Argentina, Uruguay e Belgio (maggio 2005)

Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


Presentazione | Articoli sulla Grecia


Lista articoli di Ninni Radicini

Mappa del sito www.ninniradicini.it

Home page


Articolo pubblicato da Orizzonti Nuovi - Periodico di informazione e analisi di Italia dei Valori